CAGLIARI, Una discoteca non autorizzata, bersagliata da Comune e verbali della Questura per condotte “addebitate al ricorrente che mettono in evidente pericolo l’incolumità delle persone data la palese inadeguatezza dei locali utilizzati per l’attività che è, all’evidenza, di intrattenimento danzante”. Difficile, molto difficile che quest’estate, anche senza il rogo, la riapertura dell’Oasi dei Sette Vizi annunciata dal titolare Giuseppe Curreli, intervistato tra le maceria fumanti del locale distrutto questa notte da un incendio. Il virgolettato è tratto da un’ordinanza del Tar che stronca ogni tentativo di sospensiva dei provvedimenti di revoca delle concessioni, avanzato dalla società cooperativa Blue Oasis che gestisce la struttura: il 15 giungo lo spazio sarebbe dovuto ritornare nella disponibilità del patrimonio comunale. Troppe le violazioni riscontrate nel locale della movida sul litorale quartese.
Il 28 novembre 2016 gli uffici di via Eligio Porcu avevano imposto la decadenza dalla concessione “per mutamento sostanziale non autorizzato dello scopo” per il quale era stata rilasciata. Era stato deciso anche di “risolvere il contratto di convenzione” stipulato nel 2004. A contribuire a tracciare un quadro di violazioni c’è anche un rapporto della Questura che “attesta la situazione di pericolo derivante in particolare dalla chiusura delle uscite di sicurezza”. Per il Tar il concessionario “ha ripetutamente e palesemente violato la convenzione e la circostanza è ampiamente provata”.
Per questo i giudici hanno rigettato la richiesta di sospensione dei vari provvedimenti emessi dal Comune. Certo, mancava la decisione nel merito. Ma il 15 L’Oasi dei Sette Vizi non avrebbe potuto riaprire. Almeno nel rispetto delle regole e degli ordini di Comune e giudizi amministrativi. L’incendio, comunque, ha tolto ogni dubbio.