OLBIA. È Daadoue Anwar il capo della cellula quaedista siriana Al-Nusra in Sardegna. A indirizzare gli uomini dei servizi segreti italiani sull'uomo, residente a Olbia ma trasferitosi a Norrkoping in Svezia, le dichiarazioni rese il 3 aprile scorso da Abdulmalek Mohamad, indagato a Cagliari per terrorismo internazionale. A Olbia Anwar, noto come Abou Murad, gestiva quello che lui stesso definiva “un ufficio che lavora su tutta l'Unione Europea”, l'Associazione culturale Assalam costituita nel 2012. L'uomo è risultato anche amministratore unico e socio della S.I.M. costruzioni srl.
I suoi uomini di fiducia erano i fratelli siriani Subhi e Hamoud Chdid - entrambi arrestati - che hanno sfruttato la disperazione dei migranti siriani in fuga dal loro Paese in guerra. Secondo la testimonianza di Abdulmalek Mohamad, una volta aperta la rotta balcanica, i fratelli Chdid si trasferirono in Ungheria per gestire il traffico di migranti. Acquistavano le auto in Italia, tramite dei contatti e, servendosi di autisti stranieri e italiani pagati 400-500 euro, li trasferivano in Ungheria. "Quando uno degli autisti veniva arrestato in Austria - ha spiegato Abdumalek agli investigatori dell’Aisi (Agenzia di Informazioni sulla Sicurezza Interna) - faceva due mesi di galera e poi tornava fuori”.
Grazie agli introiti provenienti dal traffico di migranti sulla rotta balcanica Anwar aveva contribuito a mettere in piedi un capillare sistema di movimentazione internazionale di denaro attraverso il canale non convenzionale Hawala: un giro di denaro superiore a due milioni di euro - raccolto principalmente da cittadini siriani domiciliati in Italia, in Svezia, in Ungheria e trasferito a connazionali in Austria, Germania, Olanda e Danimarca, Siria, Turchia e Libano - utilizzato non solo per finanziare i gruppi terroristici vicini ad Al-Nusra ma anche per effettuare di attività di riciclaggio.
Quattordici gli stranieri finiti in manette nell'ambito dell'inchiesta di Guardia di Finanza e polizia denominata “Foreign fighters” e coordinata dalla Dda di Brescia e dalla Procura nazionale antiterrorismo: dodici siriani e due marocchini. Di questi, tre siriani e un marocchino sono stati arrestati a Olbia dalla Digos di Sassari. Sedici invece gli iscritti nel registro degli indagati: tra loro l'italiana Cristina Allegretti, moglie di uno degli arrestati, utilizzata come corriere transnazionale di denaro.