MONSERRATO. Tre buste distinte, ognuna contenente un proiettile all’interno, inviato a tre persone tra cui il comandante della polizia locale e un assessore comunale. È quanto ha denunciato questa mattina Tomaso Locci, sindaco di Monserrato, durante la seduta consiliare. L’episodio sarebbe avvenuto nel periodo tra l’annuncio delle dimissioni (il giorno di Pasqua) e il ritiro delle stesse, qualche settimana più tardi. “È un atto vile, l’ennesimo che ho subito in questi quasi due anni di legislatura – racconta Locci ai nostri microfoni – che segue le scritte sui muri a pochi giorni dalle mie dimissioni. La lettera è stata intercettata dalla Digos, che mi ha avvisato quando mi trovavo a Vinitaly per lavoro. È l’ennesimo gesto di qualcuno che non è contento del lavoro e del rinnovamento che la nostra giunta sta portando avanti. Un atto pensato e realizzato scientemente: mi sembra un puzzle organizzato per mandarmi a casa”.
Ancora il primo cittadino non ha deciso cosa fare, se non confrontarsi con la famiglia prima di una scelta definitiva: “Quando ho ritirato le dimissioni ho deciso da solo, per non darla vinta a questa o queste persone. In questo caso, però, mi sembra necessario rendere partecipe della decisione la mia famiglia, vista la situazione a dir poco antipatica che si sta verificando”.
Solidarietà arriva in serata dal sindaco di Assemini Mario Puddu, che su Facebook scrive: "Solidarietà e vicinanza da tutta la comunità asseminese al collega di Monserrato, Tommaso Locci e agli altri amministratori per il grave atto intimidatorio subito".