ROMA. "Mi metterò immediatamente al lavoro. È necessario partire dai temi e dal programma per l'interesse del Paese, ed è quello che cercherò di fare da subito". Così il presidente della Camera Roberto Fico uscendo dallo Studio alla Vetrata del Quirinale dove il capo dello Stato lo ha convocato nel pomeriggio per conferirgli l'incarico di sondare entro giovedì l'ipotesi di una convergenza tra M5S e Partito democratico in vista della nascita del nuovo governo.
Dopo quattro giri di consultazioni andati a vuoto in cinquanta giorni tocca ora a Fico indossare i panni dell'esploratore tentando di riuscire dove Mattarella prima e la presidente del Senato Alberti Casellati poi hanno fallito.
Un compito che si preannuncia ancor più arduo all'indomani della vittoria del centrodestra in Molise che rafforza il potere contrattuale della coalizione guidata da Matteo Salvini al tavolo delle trattative per la formazione del prossimo esecutivo, come le stesse parole del leader leghista lasciano facilmente intendere: "Chi ha vinto queste elezioni ha il diritto-dovere di governare, senza falsare il voto e ricoinvolgere il Pd che è stato bocciato clamorosamente sia dagli italiani che dai molisani".