CAGLIARI. Nel 2015 erano stati destinatari di un decreto penale di condanna: dovevano pagare 23.350 euro a testa, pena alternativa a tre mesi di reclusione. Ma loro si sono opposti. Così quattro nostalgici neofascisti cagliaritani si trovano adesso davanti a un giudice per aver commemorato, il 28 aprile 2013, i caduti della Repubblica di Salò. La notizia si legge sulle pagine della Nuova Sardegna in edicola oggi. Raffaello Porcu, Giorgio Usai, Edoardo Lecis e Paolo Lecis sono chiamati a rispondere della violazione della legge 205 del 1993, che punisce con una pena fino a tre anni chi si rende responsabile di discriminazione, odio o violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi.
Era un appuntamento fisso: ogni anno i nostalgici di estrema destra si riunivano in via Sonnino - davanti al monumento ai caduti sul quale il 25 aprile venivano deposte le corone in ricordo della resistenza partigiana - per commemorare i repubblichini di Salò. Una manifestazione a lungo tollerata. Solo che quella volta il questore, allora Massimo Bontempi, si infuriò: il via libera era stato dato, ma con la promessa che non sarebbero stati esibiti simboli neofascisti né gridati slogan. Invece comparvero gli striscioni, si alzò il grido "Boia chi molla" e fu esibito tutto il repertorio nero. I partecipanti vennero identificati. Tra loro i quattro attualmente sotto accusa. Che si sono opposti al decreto penale di condanna e davanti a un giudice stanno cercando di dimostrare, come sostenuto dai loro difensori secondo quanto riporta La Nuova, il carattere pacifico dell'iniziativa e, soprattutto, che lo striscione non inneggiava a nulla ma, bensì, ricordava persone morte per una causa in cui credevano. Ossia la Repubblica di Salò. Prossima udienza il 28 maggio.