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CAGLIARI. Cresce la preoccupazione tra i ristoratori cagliaritani dopo i recenti episodi di intossicazione alimentare. L’ultimo risale alla giornata di ieri, quando una decina di clienti sono finiti in ospedale dopo aver pranzato in un bar-ristorante a Cagliari. I Nas, intervenuti per le indagini, hanno sequestrato quattro razioni di polpo e ricostruito parte della filiera di distribuzione, risalendo a un centro di approvvigionamento situato nella zona industriale di Macchiareddu, dove sono stati sequestrati 36 kg di pesce. Solo un mese fa, la Sardegna piangeva Roberta Pitztalis e Valeria Sollai, le due vittime ricoverate per intossicazione da botulino. Ora, però, anche tra i cittadini, aumenta la paura di consumare un pasto fuori casa, e ristoratori subiscono l’effetto psicosi. “Sapere che un collega abbia avuto questo problema e che addirittura, per i casi di Monserrato, qualcuno abbia perso la vita, ci fa sentire empaticamente legati e preoccupati che questo possa avvenire - dice il presidente di Fipe Confcommercio Sud Sardegna Emanuele Frongia - Queste cose ovviamente non possono essere contemplate, non possono accadere”.
Il presidente di Fipe Confcommercio Sud Sardegna Emanuele Frongia parla di singoli episodi, quelli che hanno coinvolto Monserrato e il locale nel capoluogo, e ribadisce che i controlli, sugli oltre 400mila pasti che vengono distribuiti in città, vengono svolti frequentemente e di continuo. “Oggi noi siamo pienamente fiduciosi sui controlli e le verifiche che stanno venendo fatte, in questo momento, dagli organi preposti. Verifiche che vengono fatte da più organi e in tantissime fasi dell’anno. Continuiamo a ribadire che nei pubblici esercizi c’è sicurezza. Continuiamo in questa direzione, nella strada che da garanzie ai nostri clienti salubrità degli elementi oltre che spazi”.