CAGLIARI. Emergenza dumping contrattuale in Italia, la pratica che introduce nel mercato la vendita di beni e merci ad un prezzo molto basso rispetto a quello standard. 31mila lavoratori, a livello nazionale, hanno un contratto pirata, in Sardegna, al momento, se ne contano circa 100. Nel 2022 erano 5mila i lavoratori con contratti non rappresentativi. Un aumento preoccupante, avvenuto in soli tre anni, che coinvolge 41 contratti collettivi non sottoscritti da organizzazioni sindacali rappresentative. I dati sono emersi questa mattina in occasione della presentazione nazionale, partita da Cagliari, del primo manuale antidumping contrattuale della Fipe Confcommercio. 2C’è un’azione che in Sardegna, fortunatamente non è massiccia, ma a livello nazionale inizia ad avere numeri importanti per un comparto che sancisce un principio, quello di avere stesse regole sullo stesso mercato. Quello che sta succedendo è andare a svilire quello che si è creato, ovvero quello del contratto nazionale, ma anche dare meno tutele ai nostri lavoratori” ha detto il presidente di Fipe Confcommercio Sud Sardegna Emanuele Frongia.
Ma cosa rischiano gli imprenditori che stipulano contratti pirata? “Ovviamente le aziende che applicano questa tipologia di contratti vanno incontro a delle sanzioni – fa sapere il responsabile lavoro della Fipe nazionale Andrea Chiriatti – C’è il rischio di esporsi a un recupero contributivo, non applicazione delle flessibilità contrattuali che il contratto nazionale rappresentativo, invece, ha. Ancora, il rischio di vedere revocati i privilegi di natura fiscale, retributiva e contributiva. I rischi sono enormi”.
Il manuale, disponibile sul sito di Fipe Confcommercio e che si rivolge a imprenditori e lavoratori, offre strumenti di riconoscimenti dei contratti pirata, mettendoli a confronto con i contratti rappresentativi. “Il manuale mette esattamente in risalto le differenze che ci sono tra i nostri contratti e quelli pirata che all’interno non ha, per esempio la quattordicesima e anche la messa a prova, che non è di trenta giorni e inventa altri numeri. Informazioni che non si capiscono bene neanche nella stesura del contratto”, conclude Frongia.