CAGLIARI. Si inasprisce in tutta Italia e anche in Sardegna la protesta dei sindacati Fp Cgil, Uil Pa e Usb Pi per le carenze di organico e l’assenza di prospettive per la stabilizzazione dei lavoratori e delle lavoratrici degli Uffici per il processo (Upp) dei Tribunali. In Sardegna i presidi si svolgeranno il 1 luglio, a Cagliari dalle 9.30 alle 11.30 davanti al Tribunale in piazza Repubblica, a Nuoro dalle 10 alle 12 davanti al palazzo di giustizia in via Leonardo da Vinci.
Sono circa 130 i lavoratori e le lavoratrici impegnati da oltre tre anni negli uffici per il processo a Cagliari, 35 al Tribunale di Nuoro – 12 mila in tutta Italia - che oggi non sanno se potranno proseguire la loro attività, con grave danno per le prospettive occupazionali e per lo stesso funzionamento degli uffici. Sono stati assunti con i fondi del Pnrr ma il ministero della Giustizia oggi sembra intenzionato a stabilizzarne soltanto una parte, il 45 per cento. “Il sistema sta crollando proprio per l’assenza di personale – denunciano i sindacati sottolineando che oltre al tema dei precari degli Upp c’è quello più generale che riguarda gli organici, figure professionali come quelle dei cancellieri, dei tecnici amministrativi, che sono decisamente sottodimensionate”.
In particolare, sui lavoratori e lavoratrici degli Uffici del processo, i sindacati ricordano che sono stati assunti proprio per dare un contributo all’ammodernamento del sistema giustizia, per smaltire gli arretrati e dare impulso all’innovazione digitale e organizzativa: “Un ruolo strategico che deve essere confermato con la stabilizzazione di tutti i lavoratori e non solo di una parte esigua - affermano Fp Cgil, Uil Pa e Usb Pi - in caso contrario le già gravi criticità del sistema giudiziario non potrebbero che peggiorare, con grave danno per i cittadini e le cittadine e per i lavoratori a tempo indeterminato che, già oberati di lavoro, sarebbero ulteriormente sfruttati".
Per queste ragioni i sindacati chiedono che il governo stanzi le risorse adeguate e che il ministero proceda alla stabilizzazione di tutti i precari e si apra una discussione per sanare il grave deficit di organici.
La mobilitazione nazionale si articola in due giornate, il 30 giugno con manifestazioni a Ancona, Bari, Bologna, Brindisi, Foggia, Genova, Lecce, Modena, Napoli, Reggio Emilia, Taranto, Torino, e il 1 luglio a Alessandria, Asti, Catania, Perugia, Reggio Calabria, Milano, Nuoro, Cagliari, Roma.