(Video TeleRegione)
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CAGLIARI. La sanità sarda non sta bene, questo è un fatto. Ma da dove si parte per curarla? “Un primo segnale fortissimo è ridisegnare l’interfaccia del Cup”. Parola della presidente Alessandra Todde che oggi, in un punto stampa dedicato ha spiegato: “Le liste d’attesa rischiano di diventare sempre più lunghe se rimane tutto uguale”. E quindi ecco le linee guida. Le parole d'ordine? Liste d’attesa attive, quelle con cui i cittadini dovranno confermare i loro appuntamenti.
“100mila sardi non si sono presentati agli appuntamenti, togliendo altri 100mila posti", ha spiegato Todde. "Molti sardi vanno in pronto soccorso, si parla di 3 milioni di servizi erogati, dove sanno che vengono per forza serviti”. Si è parlato di liste d’attesa Asl interconnesse, in modo da capire dove c’è posto. “Il diritto alla salute deve essere preservato”. E poi formazione e magari spostamenti di personale se necessario, in modo da avere anche un ricambio.
E le risorse? “Abbiamo già messo le risorse, 13 milioni, ma devono essere meglio utilizzate. Dobbiamo investire nella formazione e nell’organizzazione e monitoraggio. Nelle liste d’attesa non viene nemmeno cancellato chi decede e questo si ripercuote sui cittadini che cercano posto”. E ancora, Todde chiude: “Se necessario spenderemo ancora”. La gara per il nuovo Cup ovviamente necessita dei suoi tempi i suoi tempi: “Sei mesi per chiuderla, ma le cose non cambiano subito, sarebbe una balla. Qualcosa può cambiare, magari programmi di aperture straordinarie e liste d’attea attive. Questo sì”.