Seguici anche sul nostro canale Whatsapp
NUORO. C'erano anche la presidente della Regione Alessandra Todde e l'ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte, oggi in piazza a Nuoro durante l'incontro pubblico con il candidato sindaco di Nuoro Emiliano Fenu. Conte, citando un suo noto discorso di qualche anno fa ha dichiarato che non avrebbe fatto nomi, salvo poi attaccare l'opposizione regionale e la maggiornaza nazionale, tra tutti il deputato e segretario regionale di Forza Italia, Pietro Pittalis, e la presidente del consiglio Giorgia Meloni.
La presidente Todde, riferendosi alle polemiche delle ultime ore sul caso decadenza, ha esordito: "Noi non insultiamo tutti gli altri, non diciamo che tutto quello che è stato fatto faceva schifo. Vogliamo fare coni fatti".
Emiliano Fenu, candidato sindaco, invece, ha parlato del futuro: “La ricetta per far funzionare il Campo largo? Quella di Nuoro, andare oltre le differenze nell’esclusivo interesse della città”. E sull’Einstein telescope: “Serve un shock, una grande opportunità. Nuoro deve essere attrattiva”.
Poi è stato il turno di Conte: “Accadono cose strane, evito polemiche sterile, non faccio nomi e cognomi”. Poi li fa: “Pittalis, esponente di quelle risorse che ha spolpato le risorse del territorio e dilapidato fondi e macerie. Vai dalle tue forze di maggioranza, prima di attaccare fai dimettere la Santanchè. Lei è accusata di bancarotta e truffa usando fondi Covid. Poi ritorna al governo e fai dimettere chi è stato condannato, e non lo sapete perché la tv non dà le notizie. Questo ha carpito delle informzioni segretate per fini di lotta politica mettendo a rischio la sicurezza nazionale e il personale penitenziario. Parliamo di intercettazioni del 41 bis, cose serie”.
Poi,sulla Sardegna, dichiara: "Ora c’è un clima diverso. Adesso i risultati arriveranno, per voi, con le liste d’attesa. Lasciateci lavorare avvoltoi. Ci fate insultare dai vostri giornali amici. Sono orgoglioso del consiglio regionale che ha dichiarato il riconoscimento della Palestina, mentre altri girano la faccia. Davanti a un genocidio la presidente Meloni, che ci rappresenta, non proferisce una parola di condanna a Netanyahu”.