CAGLIARI. Un basamento di calcestruzzo e oltre trenta cabine - ora dichiarate ufficialmente abusive - che rischiano di essere demolite. Dopo anni di attese e lungaggini, il Tar ha respinto il ricorso presentato dallo stabilimento balneare D'Aquila del Poetto contro il rigetto del Comune di Cagliari sull'istanza di condono edilizio. La richiesta di condono per il ripristino di un basamento lesionato dalle mareggiate e delle cabine in legno risale addirittura al 2004, come si legge nella sentenza del Tar. Opere, tra l'altro, realizzate all'interno dello stabilimento con regolare concessione demaniale, che avevano ricevuto "il parere favorevole al loro mantenimento" anche dal Servizio tutela paesaggistica della Regione Sardegna. Ma il Tar dà ragione al Comune: le cabine e il basamento non possono essere sanati perché "sono state eseguite in difformità dalle prescrizioni urbanistiche, non sono opere minori senza aumento di superficie" e soprattutto - si legge nella sentenza - "sono collocate nella fascia dei 150 m dalla linea di battigia".
Un lungo silenzio dell'amministrazione comunale sulla richiesta di condono - troppo lungo secondo i proprietari del D'Aquila, che lamentano il tempo passato tra la presentazione dell'istanza e le risposte date dal Comune - è stato poi seguito da ricorsi e dal rigetto definitivo dell'istanza di condono, arrivata solo nell'ottobre del 2017. Tredici anni dopo la richiesta dello stabilimento. Da lì il ricorso al Tar, oggi respinto.
Il passo successivo per la difesa potrebbe essere quello di appellarsi al Consiglio di Stato. Nel frattempo, però, le cabine del D'Aquila sono a rischio demolizione.