ROMA. "Se viene fuori che eravamo tutti d'accordo è la fine". Sarebbe questo uno dei passaggi chiave delle chat "omissate" tra la lobbista Francesca Immacolata Chaouqui e la sodale di monsignor Alberto Perlasca Genoveffa Ciferri, pubblicate ieri dal quotidiano "Domani" sullo scandalo del processo al Vaticano che ha visto coinvolto il cardinale Angelo Becciu.
Becciu, insieme ad altre persone, è stato condannato a dicembre del 2023 dal Tribunale vaticano perché ritenuto colpevole di peculato per tre diversi capi di imputazione, tra cui la compravendita del palazzo di Londra in Sloane Avenue con fondi elargiti a favore dell'imprenditore Raffaele Mincione.
Il quotidiano "Domani" stamattina, 16 aprile, pubblica però anche nuove chat: dal fascicolo all’Onu infatti sarebbero affiorate altre conversazioni della lobbista Chaouqui con Ciferri: "Il pontefice ha detto a Perlasca che Becciu ha le mani che grondano di sangue", riporta il giornale. E ancora: "Abbiamo cucinato il cardinale".
Le chat in questione erano state finora "omissate" dai magistrati vaticani: come spiegato da "Domani", nei messaggi venivano anticipati dettagli segreti dell'inchiesta sulla gestione dei fondi della Santa Sede e da questi emerge che la "papessa", Chaouqui, anticipava di fatto dettagli dell’inchiesta e interrogatori.
E ora Becciu commenta: "Tali rivelazioni confermano quanto da me denunciato sin dall'inizio e che, in gran parte, il processo ha già dimostrato. Solo scelte discutibili adottate dal Tribunale, su sollecitazione dell'Ufficio del promotore di giustizia, hanno consentito a queste conversazioni di rimanere segrete. Sin dal primo momento ho parlato di una macchinazione ai miei danni – ha aggiunto Becciu – in un'indagine costruita a tavolino su falsità, che cinque anni fa ha ingiustamente devastato la mia vita e mi ha esposto a una gogna di proporzioni mondiali. Ora, finalmente, spero che il tempo dell'inganno sia giunto al termine".
Il cardinale ha anche annunciato azioni legali: "Sono sconcertato, ora denuncio".