CAGLIARI. È di stamattina la notizia che sta rimbalzando sui social (e su alcune testate giornalistiche) che vedrebbe cadere in consiglio regionale il divieto di assumere mogli, mariti, conviventi e parenti stretti negli uffici dei gruppi politici. La legge alla quale si fa riferimento è quella proposta dal capogruppo Pd, Roberto Deriu, già approvata all'unanimità. E in effetti la nuova legge modifica la precedente norma sulla stessa materia, quella del 2014, eliminando uno specifico comma. Peccato che quel comma, quella parte di testo quindi, si ripetesse due volte e semplicemente è stata eliminata una ripetizione.
A dare qualche informazione in più è direttamente Deriu che, contattato, risponde ai dubbi e spiega cosa è successo. "Innanzitutto diciamo cosa fa questa legge. Si interviene sulle modalità di acquisizione e gestione del personale alle dipendenze dei gruppi consiliari. Toglie i fondi ai gruppi e li sposta ad altri uffici che faranno poi i dovuti controlli".
Più nello specifico, quando si parla poi del divieto di assumere mogli e parenti "Il divieto era riproposto due volte, abbiamo semplicemente eliminato un comma che veniva riproposto due volte. Parliamo del comma 8 dell’articolo 2 della legge che abbiamo approvato. E poi, prima della legge regionale, c'è pur sempre una legge statale che specifica come questo genere di pratiche non si possano fare. Il divieto è previsto dalla legge 174 del 2012".
E quindi, per sintetizzare, si possono assumere congiunti, conviventi e parenti stretti negli uffici dei gruppi politici in consiglio regionale? La risposta era no prima dell'approvazione della nuova legge e lo è anche ora.
AGGIORNAMENTO: Intanto arriva un'ulteriore chiarificazione da parte del presidente del consiglio regionale, Piero Comandini: precisa che nella Legge approvata dal Consiglio regionale “Modifiche e integrazioni alla legge regionale n. 2 del 2014 in materia di razionalizzazione e contenimento della spesa relativa al funzionamento degli organi statutari della Regione e modifiche alla legge regionale n. 20 del 2023 in materia di cessazione anticipata del personale dei gruppi consiliari”, non è stata eliminata la previsione per cui il personale che opera presso i gruppi consiliari, sia nelle forme del comando che con contratto a tempo determinato, non possa essere coniuge o convivente more uxorio di uno dei consiglieri regionali in carica nella legislatura nella quale l’incarico è conferito, né avere con questi un grado di parentela o di affinità entro il quarto grado. Il divieto resta. La soppressione, prevista dalla lettera b del comma 7 dell’articolo 2 della legge appena approvata dall’Assemblea, è scaturita da un’esigenza di maggiore chiarezza normativa. La disposizione soppressa era, infatti, prevista in due commi diversi dello stesso articolo. Il divieto è ora contenuto unicamente nel comma 7 quinquies dell’articolo 9 della Legge regionale n. 2 del 2014, così come modificata dall’articolo 2, comma 8 della nuova legge, per cui sia i dipendenti in comando che quelli assunti a tempo determinato non possono essere coniugi o conviventi more uxorio di uno dei consiglieri regionali in carica nella legislatura nella quale l’incarico è conferito, né avere con questi un grado di parentela o di affinità entro il quarto grado.