UTA. Ha scelto di rimanere in silenzio davanti ai magistrati Alessio Farci, responsabile della produzione di Fluorsid. Interrogato questa mattina nel carcere di Uta, in accordo con il suo legale Carlo Amat, Farci si è avvalso della facoltà di non rispondere in attesa di visionare le carte delle indagini. Una decisione condivisa dagli altri due indagati finiti in carcere martedì con l'accusa di disastro ambientale, Michele Lavanga, direttore dello stabilimento di Macchiareddu, e Sandro Cossu, responsabile sicurezza e ambiente dell'azienda.
Strategie diametralmente opposte a quelle assunte nei giorni scorsi da Simone Nonnis, e Marcello Pitzalis, finiti in manette il 16 maggio insieme ai vertici di Fluorsid: durante i rispettivi interrogatori di garanzia i due, ex dipendente e coordinatore delle attività di smaltimento di Ineco, avevano fornito agli inquirenti una serie di elementi che hanno portato ieri sera al sequestro della cava di Monastir. Undici ettari nei quali sarebbero stati scaricati i rifiuti della produzione di Fluorsid. Nel pomeriggio di ieri Nonnis, assistito dall'avvocato Alberto Ippolito, è stato scarcerato dopo le sue ammissioni e si trova agli arresti domiciliari. Domiciliari concessi nella mattinata di oggi anche a Marcello Pitzalis,che potrà usufruire di un permesso giornaliero di due ore per poter provvedere ai bisogni familiari.