CAGLIARI. Greenpeace boccia l'acqua che scorre dai rubinetti in Sardegna: alcuni comuni dell'Isola sono inseriti infatti nella lista delle città che presentano sostanze pericolose come poli e perfluoroalchiliche (Pfas) e il TFA (Acido Trifluoroacetico) nell’acqua potabile. È la sorpresa emersa nell'ultima indagine indipendente "Acque senza veleni" di Greenpeace Italia, che ha analizzato 260 campioni di liquidi in 235 città di tutte le regioni e province autonome. La prima "mappa della contaminazione" (QUI IL LINK DIRETTO) è stata presentata a Roma e ha rilevato determinate sostanze nel 79% delle provette raccolte.
Le situazioni più critiche, secondo l'indagine, si registrano in Liguria (8/8), Trentino Alto Adige (4/4), Valle d’Aosta (2/2), Veneto (19/20), Emilia Romagna (18/19), Calabria (12/13), Piemonte (26/29), Sardegna (11/13), Marche (10/12) e Toscana (25/31). Le Regioni in cui si riscontrano meno campioni contaminati sono, nell’ordine Abruzzo (3/8), l’unica regione con meno della metà dei campioni positivi alla presenza di PFAS, seguita da Sicilia (9/17) e Puglia (7/13).
In 206 campioni su 260 analizzati, è stata trovata almeno una delle 58 sostanze PFAS monitorate: ciò significa che il 79% dei campioni di acqua potabile risulta contaminato.
Il TFA invece è stato ritrovato nel 40% dei campioni analizzati, ovvero 104 su un totale di 260. Concentrazioni molto alte - si legge nel report - si registrano anche ad Alghero (SS), Cuneo, Sassari, Torino (Corso Castelfidardo), Cagliari, Casale Monferrato (AL) e Nuoro. Sia a Torino che a Cagliari, il TFA è stato trovato in tutti i campioni prelevati in entrambe le città, sebbene a concentrazioni più basse. La Sardegna (77% dei campioni positivi), il Trentino Alto Adige (75% dei campioni positivi) e il Piemonte (69% dei campioni positivi) sono le Regioni in cui la contaminazione da TFA è risultata essere più diffusa.
Tra le città peggiori però c'è Olbia, sesta città italiana con la più alta concentrazione di Pfas.