CAGLIARI. Quattro morti in quattro giorni. Quattro famiglie che piangono la scomparsa di un loro caro. L'ultimo, in ordine di tempo, questa mattina sulla 554, a Selargius: un uomo di 55 anni morto mentre era in sella alla sua moto in uno scontro con un camion (QUI LA NOTIZIA). Ventiquattro ore prima gli studenti dell'Alberti, riuniti in un commosso memorial in viale Colombo, piangevano la prematura morte di Beatrice Loi, investita sabato mattina da un ottantaduenne alla guida di un'auto mentre andava a scuola e poi deceduta il giorno dopo in ospedale al Brotzu, a soli 17 anni.
Ne avevano 17, di anni, anche Aurora Marcia e Riccardo Lai, i due fidanzatini che hanno perso la vita sulla statale 130, a bordo di uno scooter. Oggi a Iglesias sarà il giorno dei funerali, nella Parrocchia della Beata Vergine di Valverde. La comunità, sotto choc, rispetterà il lutto cittadino: le bandiere sugli edifici pubblici sono esposte a mezz'asta e le scuole medie superiori di primo e secondo grado sono chiuse.
E mentre a Cagliari l'assessore alla Mobilità Yuri Marcialis fa sapere di essere al lavoro su una soluzione più sicura per gli attraversamenti pedonali nei pressi delle scuole - come il Liceo Alberti, dove da tempo il preside aveva chiesto i dissuasori - sulle strade sarde si continuano a contare troppe croci e incidenti gravissimi ogni giorno. E in tanti si chiedono come sia possibile che quotidianamente si debba piangere la morte di un figlio o una figlia, di un fratello o una sorella, di un marito o una moglie, con una frequenza ormai impressionante.