CAGLIARI. La Corte Costituzionale ha bocciato due norme della Regione Sardegna - che erano state impugnate dal governo - sugli interventi di riuso dei seminterrati (e simili) e sull'aggiudicazione dei contratti pubblici. La sentenza, depositata ieri 7 novembre, ha dichiarato l'illegittimità costituzionale delle due disposizioni della legge, la prima, nel dettaglio, riguarda gli interventi di riuso dei seminterrati, piani pilotis e locali al piano terra degli immobili destinati ad uso abitativo che, nella norma della Regione, sarebbero consentiti "anche mediante il superamento degli indici volumetrici e dei limiti di altezza e numero dei piani previsti dalle vigenti disposizioni urbanisticoedilizie comunali e regionali".
La Consulta però ribalta tutto e dice che questo "contrasta con la necessità che le deroghe agli indici di densità edilizia introdotte dal legislatore regionale siano connotate dall’eccezionalità e dalla temporaneità, nel rispetto del principio di pianificazione urbanistica espresso dall’art. 41-quinquies della legge n. 1150 del 1942". La disposizione impugnata infatti è stata dichiarata illegittima nella parte in cui consente, in via stabile, di superare gli indici volumetrici.
L'altra norma della Regione invece era quella relativa alle procedure di aggiudicazione dei contratti pubblici con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Secondo la Corte costituzionale il legislatore regionale, imponendo un inderogabile punteggio minimo dell’offerta tecnica, abbia leso l’autonomia di scelta delle stazioni appaltanti, precludendo ad esse una diversa ponderazione dei criteri di valutazione delle offerte, in contrasto con l’art.108 del vigente codice dei contratti pubblici. La Corte ha osservato poi che "la garanzia di un confronto concorrenziale effettivo necessita dell’autonomia delle stazioni appaltanti nella valutazione caso per caso della migliore offerta".