CAGLIARI. Aree industriali dismesse, destinate a discariche di rifiuti urbani e speciali, ma anche aree portuali e aeroportuali, miniere e cave cessate o abbandonate. Queste sono alcune delle "aree idonee" a ospitare impianti a fonti di energia rinnovabile citate dalla Regione nella delibera approvata ieri dalla Giunta Todde.
La presidente della Regione Alessandra Todde ieri, dopo il via libera al disegno di legge, ha precisato che "la maggior parte della Sardegna è considerata non idonea". E in effetti nei documenti si contano decine e decine di pagine in cui si fa riferimento a tutte le aree off limits, quindi "zone umide, aree gestite dai consorzi di bonifica, aree che distano meno di due chilometri da alberi monumentali, boschi vetusti, campi dunari e sistemi di spiaggia, aree rocciose e di cresta ed aree a quota superiore ai 900 metri sul livello del mare", tra le tante. Non ci sono mappe, ma gli allegati delle "non idonee" sono suddivisi in "fotovoltaico e termodinamico", " agrivoltaico", "eolico", "biomasse", "geotermoelettrico".
Anche tra le quelle idonee (quattro pagine di allegato) viene fatta una distinzione tra le idonee all’installazione di "tutte le taglie e tipologie di impianti Fer" e le idonee "limitatamente agli impianti fotovoltaici", o agli "eolici di piccola e media taglia e impianti a biomasse".
Tra questi - per l’installazione di impianti fotovoltaici - ci sono i siti e gli impianti nella disponibilità delle società del gruppo Ferrovie dello Stato italiane e dei gestori di infrastrutture ferroviarie, le aree portuali, esclusi i porti turistici, "nel rispetto della normativa di settore", e quelle aeroportuali. E ancora le aree di pertinenza delle principali arterie viarie.
Per gli impianti più piccoli sono inserite come "idonee" anche le aree estrattive di prima e seconda categoria, quindi miniere e cave cessate, non recuperate o abbandonate o in condizioni di degrado ambientale, o le porzioni non suscettibili di ulteriore sfruttamento, ma non solo. Le aree dei siti oggetto di procedimento di bonifica, e gli specchi acquei degli invasi artificiali del Sistema Idrico Multisettoriale Regionale, "come individuati dall’Ente gestore del Sistema Idrico", si legge nel documento, "non utilizzati dai mezzi aerei antincendio, e relative pertinenze, limitatamente all’installazione di impianti fotovoltaici flottanti di potenza massima di 10 MW, di impianti eolici di piccola taglia, di impianti a biomasse di piccola taglia negli spazi disponibili".
"Con riferimento agli impianti fotovoltaici", si legge, "sono idonee le aree che rispettano le seguenti condizioni: - le aree libere dei lotti edificati ricadenti nelle aree già infrastrutturate, nei limiti del 60% della superficie fondiaria del lotto, anche in deroga ai parametri urbanistico/edilizi definiti dagli strumenti urbanistici comunali; - i lotti non edificati ricadenti nelle aree già infrastrutturate, nei limiti del 20%, implementabile fino ad un massimo del 35% con deliberazione dell’ente gestore, della superficie territoriale della zona, e comunque non oltre il 50% della superficie dei lotti liberi; - Con riferimento agli impianti eolici di piccola e media taglia sono idonee le aree già infrastrutturate a condizione che le singole macchine distino tra loro non meno di 3 volte l’altezza complessiva della macchina più alta".
Ad esclusione degli impianti eolici di grande taglia, la Regione giudica idonee anche le "aree industriali gestite dai consorzi industriali provinciali e le zone industriali di interesse regionale".
- M.D.
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