UTA. Ha parlato e continuerà a farlo. Senza remore, affiancato dal suo avvocato Alberto Ippolito, perché la verità su quello che succedeva all'interno delle aziende coinvolte possa venire a galla. È un fiume in piena Simone Nonnis, ex dipendente della Ineco finito in carcere ieri mattina dopo gli arresti effettuati dal Nucleo investigativo Forestale di Cagliari nell’ambito dell’operazione Fluorsid, che ha fatto emergere un quadro di devastazione ambientale, secondo gli inquirenti, legato al ciclo di produzione - soprattutto nella fase di smaltimento dei rifiuti pericolosi- dell'industria del patron del Cagliari Tommaso Giulini.
Dopo l’interrogatorio di garanzia in mattinata a Uta con il Gip Maria Cristina Ornano, Nonnis ha risposto per circa cinque ore alle domande del pubblico ministero Marco Cocco - che ha condotto l'inchiesta culminata con i sette arresti di ieri mattina - chiarendo la sua posizione. Ma, stando a quanto trapela, soprattutto delineando il quadro delle attività che venivano svolte all’interno delle aziende di Bollani, titolare della Ineco, attualmente agli arresti domiciliari.
Nella ditta che si occupava dello stoccaggio dei rifiuti per conto di Fluorsid Nonnis, stando a quanto dichiarato, era considerato un personaggio scomodo per la sua attività di denuncia delle irregolarità che di volta in volta si trovava a constatare all'interno dell'azienda. Nonnis era uscito dall'azienda nel dicembre del 2015. Quando, secondo gli inquirenti, la distruzione dell'ambiente era pienamente in atto.