CAGLIARI. La Guardia costiera di Cagliari e Olbia, sotto la direzione della Procura, ha scoperto un vasto giro di corruzione per il rilascio di patenti nautiche in Sardegna. Stando a quanto ricostruito nelle indagini, partite un anno e mezzo fa, gli attestati venivano rilasciati senza sostenere l’esame e, in alcuni casi, anche senza le visite mediche, dopo il versamento di una somma in denaro. Sono scattati quindi gli arresti, uno in carcere, cinque ai domiciliari e cinque con obbligo di firma. Almeno una cinquantina le patenti sequestrate.
L'operazione ha visto impiegati 50 tra uomini e donne. I provvedimenti del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Cagliari, su richiesta della locale Procura, hanno tratto origine da una serie di accertamenti amministrativi svolti dall’Ufficio Circondariale marittimo di Carloforte in relazione alle modalità ed alle circostanze di rilascio di numerose patenti nautiche per unità da diporto, con indagini eseguite da parte del Nucleo Speciale di Intervento e la collaborazione e il supporto della Guardia Costiera di Cagliari e Olbia.
Secondo l’ipotesi formulata sulla base delle indagini, condotte anche a mezzo di attività tecniche, è emerso che un militare di Carloforte, Pierpaolo Spagnolo, 57 anni, ex vicecomandante della Capitaneria di porto di Carloforte – i cui stessi colleghi della Guardia Costiera hanno avviato le indagini – avrebbe abusato della propria funzione e in particolare avrebbe chiesto in cambio somme di denaro o altre utilità consistenti in beni e fornitura di servizi vari.
Oltre a Spagnolo, il giudice ha disposto gli arresti domiciliari per Palmerio Bodano, di Villacidro, Nicola Peddio di Quartu, Giorgio Cicu di Iglesias, Domenico Bisesti di Sestu, Carlo Puggioni di Calasetta. Obbligo di firma in caserma per il manager già indagato per corruzione nella vicenda delle nomine della Regione Roberto Raimondi, Luca Bruzzese, Vittorio Velotto, Massimo Balia e Giuseppe Cirronis.
Sono stati quindi ipotizzati reati quali la corruzione propria, tramite atti integranti violazione dei doveri d’ufficio; il falso ideologico in atto pubblico, in relazione al rilascio di patenti in favore di soggetti che non avrebbero avuto titolo per ottenerle, non avendo sostenuto gli esami, e in alcuni casi non avendo neppure effettuato le visite mediche preventive previste dalle norme in vigore, con potenziale rischio per la sicurezza della navigazione.
Queste ipotesi si fondano, fra l’altro, sull’analisi dei dispositivi informatici sequestrati, cui si aggiungono gli elementi investigativi acquisiti dalle intercettazioni telefoniche, dalle indagini sulle movimentazioni bancarie e dal contenuto di alcune chat, da cui sarebbe emerso che la patente nautica veniva consegnata ai presunti corruttori, dopo il versamento di una somma in denaro (pagamenti in contanti, versamenti nell’IBAN bancario, versamenti in alcuni conti poste pay o pagamenti di bollettini postali per finanziamenti personali).
- Redazione
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