OLBIA. In Sardegna è allarme siccità: l'ennesima denuncia di una situazione sempre più critica nelle campagne e nei paesi soprattutto della Sardegna orientale, in particolare tra bassa Gallura, alta Baronia e Ogliastra, arriva stavolta da Confagricoltura Nuoro-Ogliastra. "La politica regionale dovrebbe convocare anche le organizzazioni di categoria agricola per confrontarsi su tutte le idee da porre sul piatto, così da contenere il quadro devastante su cui versano le colture dei campi e l’approvvigionamento idrico e foraggero per gli animali” ha detto il presidente di Confagricoltura Nuoro-Ogliastra, Michele Ena, nel ricordare che oggi, come spesso accade in queste situazioni, a pagare il prezzo più caro sono le aziende agricole.
“Con il piano di restrizione idrica e il taglio dell’irriguo per l’agricoltura – ha proseguito Ena – la stagione produttiva 2024 è fortemente compromessa, con campi e colture danneggiate dalla mancanza d’acqua che ha iniziato a farsi sentire già dallo scorso gennaio. Ora è necessario mettere a sistema tutti gli interventi possibili nel reperire la risorsa idrica in modo che si possa superare agevolmente l’estate. Al contempo è necessario che la Regione vari immediatamente un piano di interventi a favore dell’agricoltura, sacrificata prima e più di altri comparti per venire incontro al fabbisogno idropotabile che nei territori da San Teodoro e Siniscola vede aumentare, con il turismo balneare, di sette-otto volte il numero degli utenti”.
Una prima riduzione degli sprechi d’acqua arriverebbe dalla chiusura delle condotte a monte sulle linee dedicate alle aziende agricole e che il Consorzio di Bonifica della Sardegna Centrale ha già vietato nell’uso irriguo. Con questa operazione tutta l’acqua persa nelle condotte obsolete, circa il 40% di quella in uscita, non verrebbe a mancare nell’invaso del Maccheronis, ha spiegato Ena. "Sarebbe inoltre necessario intervenire immediatamente nella riparazione delle perdite evidenti e segnalate da tempo, nel reperimento delle acque dalle fonti limitrofe ai paesi (Torpè e Siniscola in primis), nel possibile potenziamento del trasferimento idrico dall’invaso del Liscia che già raggiunge l’area a nord del Comune di San Teodoro, nella trivellazione di nuovi pozzi che, data l’emergenza, dovrebbero avere iter realizzativi notevolmente contenuti, e nella messa in campo di autobotti con cui approvvigionare le aziende zootecniche escluse dall’erogazione dell’acqua".
Tali azioni – ha aggiunto il presidente di Confagricoltura Nuoro-Ogliastra – andrebbero a integrare quanto necessario e quanto stabilito già lo scorso 8 maggio, con delibera del Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino della Sardegna, sui dati relativi al consumo medio annuo per l’idropotabile stimato in circa 5,9 milioni di metri cubi e a cui si devono aggiungere altri 1,2 milioni riguardanti i consumi in zootecnia e gli utilizzi assimilabili a quelli civili allacciati alla rete consortile. Se al 30 aprile la quantità d’acqua in diga era di 9,2 milioni di mc, oggi si attesta in neanche 8 milioni. Un quantitativo basso ma tuttavia sufficiente per affrontare in sicurezza ben oltre i prossimi 100 giorni, a patto che tutte le indicazioni appena descritte vengano attuate”.
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