CAGLIARI. Dopo una lunghissima giornata dedicata allo spoglio elettorale la Sardegna ha un nuovo presidente.
Alessandra Todde, 55 anni, una delle più importanti dirigenti del Movimento 5 Stelle, deputata sostenuta anche dal Partito Democratico, Alleanza Verdi e Sinistra e da diverse altre liste, in passato è stata sottosegretaria e viceministro allo Sviluppo economico.
Todde con il Campo largo ha sconfitto, nonostante la divisione del centrosinistra dopo la rottura con Renato Soru, l’avversario del centrodestra e sindaco di Cagliari Paolo Truzzu con un vantaggio di quasi tremila voti.
Originaria di Nuoro, dov’è nata il 6 febbraio 1969, si laurea in Scienze dell'Informazione e in Informatica all'Università di Pisa, ottenendo il titolo di Ingegnere nel 2005.
La prima governatrice sarda ha vissuto e lavorato tanti anni all’estero, dove si è occupata di energia ed evoluzione digitale, dagli Stati Uniti alla Spagna passando per l’Inghilterra, la Francia, l’Olanda, prima di tornare a Nuoro nel 2014.
Il padre, insegnante di matematica e fisica, le ha trasmesso la passione per i numeri.
“Mia mamma e mio papà mi hanno cresciuta come una persona forte e in grado di combattere per ciò che ritiene giusto per se stessa e per gli altri”, così si descrive.
Entra nel M5s con Luigi di Maio ma quando il partito si divide lei segue Giuseppe Conte, a cui è molto legata.
Il suo ultimo incarico dirigenziale prima della politica è stato quello di amministratrice delegata dell’azienda Olidata, nel settore dell’informatica: si dimette nel 2019 per candidarsi con il Movimento 5 Stelle alle elezioni europee, senza però riuscire a essere eletta.
L’annuncio di Todde come candidata unitaria di PD e M5S alle regionali arriva lo scorso novembre, dopo che il centrosinistra aveva discusso la possibilità di tenere le primarie come chiedeva soprattutto Renato Soru. Alla fine però M5s e Pd hanno deciso di sostenere Todde senza primarie e Soru si è candidato come indipendente, sostenuto dai centristi di Azione e Italia Viva, da +Europa e diverse altre liste locali. Ieri ha raggiunto l’8,7% dei voti, che non sono sufficienti per entrare in consiglio regionale.
Così per la prima volta nella storia c’è una donna alla guida del governo regionale.