SASSARI. Ennesima aggressione in carcere a Sassari. Un detenuto ha dato fuoco alla cella e ha aggredito gli agenti di polizia penitenziaria. Lo denuncia il sindacato Sappe. "Una giornata di violenza choc e di rabbia", scrive su una nota.
“Si è vissuto ieri un vero e proprio pomeriggio di follia all’interno del carcere sassarese. Oramai non si conoscono più le parole per definire lo sbando a cui sono destinati i poliziotti penitenziari di Bancali”, denuncia il Delegato nazionale del Sappe per la Sardegna Antonio Cannas.
“Il detenuto che nei giorni scorsi aveva già aggredito dei poliziotti, ha dato fuoco ad una coperta della cella in cui era ristretto. I poliziotti di servizio sono prontamente intervenuti per spegnere le fiamme ma, una volta entrati in cella per salvare il detenuto, un primo collega è stato intossicato mentre un altro è stato aggredito con rudimentali sbarre di ferro dal detenuto e colpito al costato. Un altro poliziotto ha avuto problemi di respirazione e sono stati infine cinque gli Agenti che sono dovuti ricorrere alle cure dei medici. Ma è solo grazie al sacrificio e all'abnegazione del personale di Polizia che si è evitato il peggio”.
Per Luca Fais, segretario regionale del Sappe, “tutte queste violenze sono inaccettabili. Non sono più differibili provvedimenti risolutivi come l'allontanamento dei ristretti protagonisti delle varie violenze. Il Sappe della Sardegna, la sigla più rappresentativa della Polizia Penitenziaria, non è più disponibile a confrontarsi con questa Amministrazione che non adotta azioni efficaci e risolutive per permettere al personale di Polizia a prestare la propria attività lavorativa nella dovuta serenità. Saremo pronti a scendere in piazza!”.
“Non passa giorno che non si verificano aggressioni nei confronti della Polizia Penitenziaria che presta servizio in Sardegna ed a Bancali in particolare: e siamo sconcertati dall’assenza di provvedimenti in merito contro chi si rende responsabile di queste inaccettabili violenze, determinando quasi un effetto emulazione per gli altri ristretti violenti. Aggressioni, colluttazioni, ferimenti contro il personale, così come le risse ed i tentati suicidi, sono purtroppo all’ordine del giorno”, aggiunge Donato Capece, Segretario generale del Sappe, che esprime la solidarietà del primo sindacato del Corpo al reparto di Polizia Penitenziaria di Bancali.
Capece chiede un confronto con i Sottosegretari alla Giustizia Delmastro ed Ostellari, ognuno per i rispettivi settori di competenza: “Servono interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto. Ci vuole tolleranza zero chi continua a rendersi responsabile di comportamenti criminali e delinquenziali durante la detenzione. Espellere gli stranieri detenuti in Italia, per fare scontare loro la pena nelle carceri dei Paesi di origine, potrebbe già essere una soluzione, come anche prevedere la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari dove mettere i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi, oggi presenti nel circuito detentivo ordinario. La Polizia Penitenziaria è veramente stanca di subire quotidianamente gratuite violenze per l'incapacità di una amministrazione che non riesce ad intercedere ai livelli politici competenti, anch'essi sicuramente non esenti da gravi responsabilità”.
Impietosa la denuncia di Capece:
“Tutti i giorni i poliziotti penitenziari devono fare i conti con le criticità e le problematiche che rendono sempre più difficoltoso lavorare nella prima linea delle sezioni delle detentive delle carceri, per adulti e minori. Mi riferisco alla necessità di nuove assunzioni nel Corpo di polizia penitenziaria, corsi di formazione e aggiornamento professionale, nuovi strumenti di operatività come il taser, kit anti-aggressione, guanti antitaglio, telecamere portatili, promessi da mesi dai vertici ministeriali ma di cui non c’è traccia alcuna in periferia”.
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