CAGLIARI. “Per bonificare Teulada dalle bombe ci vorrebbero 550 anni”. Un dato "di scuola", quello utilizzato dal presidente della Commissione uranio impoverito Gian Piero Scanu, che tuttavia riassume in maniera efficace il quadro a tinte fosche delineato dalla relazione finale dell'organo parlamentare d'inchiesta.
La responsabilità di questa decennale situazione - spiega Scanu - sta nella debolezza di una classe politica che ha poco alla volta delegato di fatto all’Esercito le proprie prerogative, con conseguenze devastanti sul piano della salute dei militari e dell’impatto ambientale.
E allo Stato maggiore della Difesa che definisce “inaccettabili” le conclusioni illustrate dalla Commissione in chiusura di legislatura Scanu replica con durezza: “Inaccettabile è che in uno Stato democratico l’Esercito definisca in tal modo le deduzioni a cui perviene il Parlamento sovrano. C’è qualcosa di eversivo in questa espressione, mi auguro che possa arrivare presto una smentita da parte dello Stato maggiore”.