CAGLIARI. Non sarà immediato l'arrivo di un centinaio di pastori del Kirghizistan in Sardegna. Prima serve il via libera del Governo kirghiso, poi il programma verrà presentato al ministero degli Affari Esteri e a quello dell’Agricoltura. A chiarirlo è la Coldiretti dopo l'annuncio del progetto che nei piani dovrebbe avere l'obiettivo di portare nelle campagne dell'Isola manodopera qualificata e al tempo stesso cercare di ripopolare i piccoli centri.
"Sono necessari ancora alcuni passaggi con il Governo del Kirghizistan propedeutici alla presentazione del programma ai ministeri italiani competenti. Il percorso - chiarisce Coldiretti - è ancora in fase di definizione negli ultimi dettagli ma è stato lanciato nelle scorse settimane con un primo incontro tra i vertici Coldiretti Sardegna e l’ambasciatore del Kirghizistan in Italia Taalay Barzabeev".
Nei giorni scorsi è stato presentato alle autorità kirghise, più in particolare ai dirigenti del Centro per l’impiego del ministero del Lavoro, un progetto pilota di medio - lungo periodo che intende portare all’inserimento di lavoratori stranieri e le loro famiglie nelle campagne di Sassari, nelle Barbagie e nel Sarrabus, con l’aiuto di mediatori culturali. All’incontro deve seguire, ora, la firma di un accordo-protocollo tra Centro per l’impiego kirghiso e Coldiretti.
Come confermato negli scorsi giorni dalla visita in Kirghizistan – precisa la Coldiretti Sardegna - nel Paese asiatico sono fortemente presenti attività di allevamento e di profonde conoscenze dell’attività casearia, diffuse competenze soprattutto nella realizzazione di formaggio da latte di pecora ma anche nell’allevamento dei cavalli, in un territorio molto suggestivo dal punto di vista ambientale e che sta sviluppando fortemente l’attività turistica.
Coldiretti risponde indirettamente ai dubbi sollevati dalla consigliera regionale del M5S, Desirè Manca che aveva parlato di manodopera sottopagata ai danni dei sardi: "Tra gli altri obiettivi del progetto pilota - afferma Coldiretti - rimangono la fornitura di contratti di lavoro regolari presso imprenditori agricoli sardi e l’attivazione di processi per favorire la possibilità di affittare a prezzi contenuti le case nei centri dove si svolgerà il lavoro grazie all’aiuto dei Distretti rurali. Lo sviluppo del progetto di integrazione sociale dei lavoratori del Kirghizistan in Sardegna sarà possibile grazie alla collaborazione con il Governo del Kirghizistan in Italia e quello italiano con l’obiettivo di creare opportunità di lavoro stabile e nel pieno rispetto della legalità sia in termini di servizi sociali che per il mondo produttivo, in particolare quello agro-pastorale".