CAGLIARI. Per il Capo del Dipartimento nazionale della Protezione civile Fabrizio Curcio, oggi a Cagliari in visita istituzionale, la situazione roghi in Sardegna quest’anno è sotto controllo, nonostante le giornate difficili vissute per gli ultimi grossi incendi di inizio agosto che hanno devastato i territori da sud a nord dell'Isola, in particolare a Posada e Siniscola. E le operazioni, in quei giorni, hanno funzionato anche se la protezione civile sarda al momento è priva di un direttore generale, visto il mancato rinnovo del contratto ad Antonio Belloi.
Anche di questo si è parlato a margine della riunione operativa organizzata a Cagliari sulle prossime mosse da adottare per la stagione estiva ancora in corso. Curcio ha però assicurato che la macchina organizzativa è stata pronta a ogni emergenza, nonostante l’assenza del dg. "L'organizzazione interna non mi pare che abbia creato problemi nelle attività operative", assicura Curcio.
Con i dati aggiornati al 16 agosto, nel 2023 si registra il 30% in meno degli eventi incendiari rispetto alla media degli ultimi 10 anni (1.363 contro 1.935; nel 2021 furono 1.869 e 1.693 nel 2022); -46% di superficie boschiva e -40% di non boschiva.
"L’incontro è stato anche l'occasione per valutare alcune richieste che ci consentano di adeguare la strategia regionale – ha dettp l'assessore dell'Ambiente - La Sardegna attualmente ha una flotta aerea rilevante, con tre Canadair dislocati ad Olbia nei mesi più difficili, tre mezzi di Vigili del fuoco, Aeronautica ed Esercito, che si aggiungono alla flotta regionale, certamente la più numerosa in Italia. Naturalmente è importante avere maggiori risorse per prevenire il maggior numero di incendi possibile. Seppure, in caso di particolari condizioni meteoclimatiche, il rischio sia sempre elevato e la strategia da attuare diventi più complicata quando la Sardegna è interessata da alcuni eventi contemporaneamente. Valutando, anche, il dislocamento di mezzi con caratteristiche differenti, così da consentire un migliore adattamento alle singole condizioni di rischio”.