SAN SPERATE. "Le pesche di San Sperate? Il caldo estremo le ha letteralmente cotte. Alcuni di noi registrano danni alle colture fino al 90 percento in questo periodo". L'allarme lo lancia Giovannino Schirru, agricoltore del paese che negli scorsi giorni si era già espresso a proposito delle alte temperature: "Stiamo parlando di picchi di 47 gradi. In campo aperto addirittura 51. Il frutto non cresce più e persino l'acqua è inutile, è una situazione critica".
A fare la differenza sarebbe anche la varietà di pesca o più in generale di frutta, che il coltivatore sceglie di curare. "Non sono solo io", continua Schirru, "negli scorsi giorni ho avuto conferma che anche nei paesi limitrofi si sono verificate situazioni analoghe. Penso a chi ha susibe, meloni, e tanto altro. Oggi ci siamo incontrati con dei colleghi, solo a San Sperate conto 10 agricoltori come me. Faremo richiesta a Laore". Laore infatti, in caso di danni da calamità naturali accertate, come il forte caldo, permette ai coltivatori di presentare richiesta per un aiuto economico entro 10 giorni dalla fine dell'evento. In questo caso la scadenza è fissata per domani, 3 agosto.
Il caldo intenso delle ultime settimane è solo l'ennesimo problema che affligge gli agricoltori in estate, tra incendi che distruggono interi campi e difficoltà a intercettare lavoratori. A Villasor, per esempio, la scorsa settimana c'era il problema dell'acqua troppo sporca, fatto che si ripeterebbe ogni anno e che anche il sindaco Massimo Pinna ha definito "complicato, specie per una comunità a vocazione agricola come la nostra". L'acqua, pur non presentando criticità a livello batterico, una volta raggiunti i campi bloccherebbe i filtri e di conseguenza l'approvvigionamento idrico. Il caldo, ancora una volta, fa il resto, colpendo i carciofi in un periodo sensibile come quello dei trapianti.