BOSA. "Non abbiamo alcun dubbio su quel ragazzo che so per certo che sta soffrendo quanto e come me che sono il padre".
Queste le parole - in un'intervista al Messaggero - di Massimiliano Calanchini, papà di Giada, la giovane ventiduenne morta ieri a Bosa dopo essere precipitata da una terrazza (QUI LA NOTIZIA).
"La loro era stata una storia difficile, complicata, Giada ci teneva tanto, aveva provato a ricostruirla nell'ultimo anno, lo so, io ero il confidente di mia figlia. So quanto lo amasse. È stato un gesto plateale da parte di mia figlia che, forse, non voleva spingersi davvero a tanto. Penso che la situazione le sia sfuggita di mano, che non sia stata in grado di gestire la situazione", ha detto.
“Non è colpa di nessuno, se non forse quella di noi genitori che non siamo stati capaci di proteggerla e quella sua di avere spinto al limite le sue fragilità”, dice. “Lo ha fatto per amore”.
Giada aveva lasciato la sua vita di Roma, i suoi amici e gli studi per trasferirsi in Sardegna.
“Quella storia era molto importante per lei”, racconta il padre.
“Adesso c'è spazio solo per il dolore, un dolore grande, immenso. Non ho la forza per parlarne oltre, devo salire sulla nave per poterla vedere un'ultima volta”.