CAGLIARI. In Sardegna salta una visita specialistica su tre a causa delle lunghe liste d’attesa. A certificarlo sono i dati forniti da Agenas, l’Agenzia Nazionale per i servizi sanitari regionali. L’Isola è agli ultimi posti nella classifica delle regioni italiane per numero di prime visite e visite di controllo, facendo registrare nel 2022 un -33,14% in meno rispetto al periodo pre-covid.
E a rimetterci sono sempre i malati cronici: in Sardegna le visite periodiche raggiungono la percentuale negativa di quasi il -37% per le visite di controllo e -21%, oltre una su 5 rispetto al 2019, per visite come radioterapia, dialisi e riabilitazioni.
Dati gravi e preoccupanti: non sono bastati i finanziamenti stanziati dal Governo, che ha cercato di ridurre il problema con uno stanziamento nella rete ospedaliera italiana di circa un miliardo. E così, grazie a numeri e grafici si scopre che dal 2019 è aumentata la percentuale dei sardi che preferisce rivolgersi alle cliniche private accreditate, mettendo mano al portafoglio per accelerare i tempi di visite specialistiche e accertamenti diagnostici. Un esempio su tutti: per interventi oncologici di classe A, cioè i casi clinici che prevedono ricovero entro 30 giorni, la percentuale dei sardi che si rivolgono al privato è aumentata di quasi il 4%.
Solo nel 2022 sembra esserci stato un lento miglioramento, ma per recuperare i livelli di prestazioni erogate prima del periodo della pandemia servirà tempo. Secondo Salutequità, che ha elaborato i dati Agenas, solo un ammodernamento delle infrastrutture tecnologiche per la prenotazione elettronica potrà migliorare l’accesso diretto alle strutture sanitarie.