CAGLIARI. Inizia a prendere forma la nuova proposta normativa per il modello sardo del trasporto aereo, che potrebbe essere presentata già alla fine di aprile. Oggi a Roma un incontro tra Regione, Enac e Università di Sassari per disegnare la continuità isolana.
"L’ipotesi su cui stiamo lavorando – spiega l'assessore ai Trasporti Antonio Moro - è un disegno di legge che disciplini i diversi strumenti, tutti non alternativi ma complementari agli oneri di servizio pubblico, individuati come efficaci per superare le criticità e le rigidità dell’attuale sistema di continuità territoriale". Tra le ipotesi quella degli aiuti diretti alle compagnie e quella dei contributi ai passeggeri.
Intanto arriva la posizione della Fit Cisl: "Apprezziamo l'impegno dell’assessore Moro nel ricercare soluzioni per l’annoso problema della continuità territoriale aerea, anche attraverso lo studio di un nuovo modello, ma non possiamo non esprimere allo stesso tempo qualche riserva sul sistema utilizzato in Spagna che copre le isole Baleari e Canarie con una soluzione di mercato”.
“La mancata assegnazione delle rotte, con la decisione sulle frequenze e sulle tariffe lasciata alle compagnie, soprattutto nel periodo invernale, potrebbe non garantire i collegamenti – affermano i segretari Fit -, se questo sistema non viene integrato all’interno di una gestione coordinata di tutti gli elementi che compongono una destinazione (Destination Marketing). È necessario un approccio strategico per gestire la destinazione Sardegna e solo così un numero maggiore di compagnie aeree garantirebbe collegamenti anche nel periodo di bassa stagione fornendo un servizio anche alla comunità dei Sardi”. Lai, Palenzona e Langiu esprimono, inoltre perplessità sul meccanismo del sussidio statale previsto dal sistema spagnolo: “nel nuovo bando della Regione – sollecitano - si dovrà prevedere che la tariffa abbia un tetto massimo oltre il quale non si può andare”. Nella ricerca di nuove soluzioni per la mobilità dei Sardi, concludono i segretari, “si mantenga alta l’attenzione rispetto a quelle figure professionali già certificate che risiedono in Sardegna e che oggi si trovano collocate in Naspi”.