PULA. Due funzionari dell’Anas, Enrico Atzeni, 59 anni di Serrenti e Carmine Ferrara, 57 anni di Assemini, andranno a processo per omicidio stradale per la morte di Christian Urru, avvenuto sulla 195 a Pula, il 6 agosto del 2018.
Secondo quanto emerso dalle indagini i due, che all’epoca erano responsabile dell’Area compartimentale di Cagliari e Capo Centro, sarebbero i responsabili del “taroccamento” della segnaletica nel luogo in cui è avvenne il sinistro fatale.
Oggi il giudice Giorgio Altieri ha rinviato a giudizio, oggi in Tribunale a Cagliari, i due funzionari Anas, all’esito dell’udienza preliminare del procedimento penale per omicidio stradale.
Per il decesso del trentunenne di Pula, che viaggiava a bordo della sua moto, il Pm della Procura di Cagliari dott. Emanuele Secci aveva chiesto in primis e ottenuto il rinvio a giudizio per Nicola Napolitano, 53 anni di Pula, l’automobilista che ha tagliato la strada al giovane centauro e la cui posizione è già stata definita e stralciata, avendo chiesto e ottenuto di patteggiare la pena.
L’automobilista, che procedeva da Cagliari a Teulada su una Fiat Idea, ha effettuato, in violazione dell’art. 141 del Codice della Strada, una manovra di svolta a sinistra per entrare in una stazione di servizio dell’Agip, proprio mentre nel senso opposto sopraggiungeva la Ducati Monster 600 di Urru, cui Napolitano avrebbe dovuto dare la precedenza. L'impatto è stato fatale per il trentunenne.
Dopo la tragedia le indagini si sono concentrate anche sulla segnaletica. È emerso che fosse stata chiaramente e maldestramente resa tratteggiata, come si evinceva dalla vernice cancellata. Poi sarebbe stata ripristinata dall’Anas subito dopo la tragedia.
Il consulente tecnico, analizzate le immagini storiche con Google Heart, ha sottolineato come in effetti “quel tratto della SS 195 sia oggetto di particolare attenzione per la segnaletica orizzontale, specie per la doppia linea di mezzeria, la quale subisce costanti, inspiegabili e non regolari modificazioni, cosa che, seppur fosse, sarebbe comunque dovuta essere autorizzata dagli organi competenti, il che non risulta” essendo la doppia linea continua, come ribadisce il magistrato nella sua richiesta di rinvio a giudizio, “prescritta dalla regolamentazione e dalla normativa vigente, ossia la specifica ordinanza prefettizia e la normativa stradale”.