QUARTU. Niente da fare per il tentativo di conciliazione tra il comune di Quartu e il Cagliari Calcio per quanto riguarda lo stadio Is Arenas.
È tutto rinviato alla decisione del giudice, attesa a marzo, ma intanto, l’amministrazione comunale con il constante lavoro di ridare alla città un degno polo sportivo.
Nel 2012 il Cagliari Calcio aveva scelto Quartu, e più precisamente lo stadio Is Arenas, per disputare le proprie partite casalinghe. Un connubio durato pochi mesi, che tuttavia ha comportato per Quartu l’impossibilità di utilizzare il campo da calcio in erba e la pista di atletica per diversi anni, tanto che ancora oggi l’area aspetta un completo restyling.
Il Comune aveva avviato già da tempo un tentativo di conciliazione, che tuttavia si è ora concluso con un nulla di fatto.
L’Amministrazione comunale aveva infatti proposto al club rossoblù un accordo che prevedeva la rinuncia a più di 40mila euro per il ripristino della pista di atletica e una cifra anche superiore per ciò che concerne il campo di calcio, da 450mila a 225mila.
“Ci saremmo aspettati una posizione diversa da parte del Cagliari Calcio, anche per riconoscenza verso una città che aveva accolto il club con generosità. Se non altrettanta generosità, avremmo di certo auspicato maggiore collaborazione, dato che i quartesi a seguito di tale cortesia hanno dovuto rinunciare al proprio campo di calcio in erba e all’unica pista di atletica cittadina per più di 10 anni. Proprio per questo l’Amministrazione reputa non ci sia altro tempo da perdere e ha già avviato l’iter perché l’area torni quanto prima a disposizione dei tanti sportivi della nostra città”, afferma Antonio Conti, assessore comunale ai lavori pubblici.
In attesa del pronunciamento del giudice prosegue l’attività del comune per la rinascita del polo sportivo, infatti, l’amministrazione ha già ottenuto due finanziamenti da 1.6 milioni e da 700mila euro, nell’ambito dei fondi PNRR il primo e tramite fondi regionali il secondo, per interventi che prevedono tra le altre cose anche la costruzione di nuovi spogliatoi e la nascita di un campo da baseball.
Intanto arriva la replica del Cagliari Calcio che su una nota scrive:
"Il Cagliari Calcio esprime stupore e fastidio per il Comunicato Stampa odierno del Comune di Quartu Sant’Elena", si legge. “La verità è tutt’altra: il fatto che non sia stato possibile completare all’epoca lo stadio di Is Arenas e raggiungere poi un accordo, benché in svantaggio di Cagliari Calcio, va ascritto all’esclusiva responsabilità delle varie amministrazioni quartesi e si confida che il Tribunale di Cagliari investito della vicenda riconosca le giuste ragioni del club che ha avanzato una domanda risarcitoria nei confronti del Comune di Quartu per svariati milioni di euro”, questo il commento dell’amministratore Delegato di Cagliari Calcio, Carlo Catte. “Come noto – continua Catte – dopo importanti investimenti e un’indagine giudiziaria che ebbe grande eco a livello nazionale, la società dovette suo malgrado prendere atto che, al contrario di quanto previsto dalla Convenzione, a Quartu non si poteva realizzare uno stadio per una squadra professionistica, perlomeno non nei tempi promessi dal Comune. Cambiata la proprietà di Cagliari Calcio ci furono trattative durate un anno e mezzo per cercare una soluzione che consentisse di completare l’impianto ma il Comune di Quartu, nonostante la nostra volontà, non ne volle sapere e ci ingiunse di rimuovere le strutture ancora presenti a Quartu che furono così trasferite con ulteriori ingenti costi dove attualmente si trova la Unipol Domus. Nonostante sia stata gravemente danneggiata dai molteplici errori e inadempimenti del Comune, solo come attenzione alla comunità quartese, la società ha sempre tenuto aperto un canale di trattativa per raggiungere un accordo anche sulla pista di atletica e, quando oramai era stato raggiunto tra i legali, la nuova amministrazione quartese ne rimise inspiegabilmente in discussione tutti i termini. Ancora recentemente in sede di conciliazione avanti al CTU il Club ha riconfermato la sua posizione non potendo accettare che, dopo gli inadempimenti dell’amministrazione quartese, le fosse richiesto di affrontare ulteriori costi, già di per se stessi a noi non addebitabili, e oltretutto enormemente accresciuti per il tempo inutilmente trascorso a causa dei ritardi di gestione della vertenza da parte del Comune”.
- Redazione
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