CAGLIARI. "Avevate promesso di tornare indietro sullo scorporo di Oncoematologia pediatrica dal Brotzu, invece non è successo niente di tutto questo, è solo aumentata a dismisura la stanchezza di medici e personale allo stremo". Nella giornata mondiale contro il cancro infantile, che si celebra oggi, 15 febbraio, a riaccendere i riflettori sui disagi e le emergenze del reparto cagliaritano è la presidente dell'Asgop, l'associazione dei genitori dei bambini di oncoematologia pediatrica, Francesca Ziccheddu, che oggi sarà in Senato per raccontare ciò che non va in Sardegna. "Lo faccio per non lasciare niente di intentato, ma abbiamo il dovere di opporci tutti a questo scempio", dice Ziccheddu, "perché se un errore è stato commesso ciò che non è accettabile è la resa incondizionata della politica locale, colpevolmente assente e muta e la debole opposizione che mostriamo".
La presidente Asgop punta il dito contro la politica e le sue promesse "di ridiscutere e trovare una soluzione adeguata per il reparto e per il centro trapianti, avevate detto che sarebbe stata stilata con urgenza una convenzione per rendere più fluidi i passaggi e invece non è successo niente di tutto questo, è solo aumentata a dismisura la stanchezza dei medici e del personale, sempre sottodimensionato e allo stremo".
"Abbiamo bisogno di tutto ma non di bugie", attacca Ziccheddu, "L’altro giorno per esempio mancavano le garze. Addirittura siamo arrivati al punto di portarci le garze da casa perché chiaramente la farmacia del Brotzu rifornisce prima le sue strutture e poi quelle esterne".
Ed è così per tutto, dice Ziccheddu, dal personale, alle sacche per le trasfusioni. "Quello che potevamo fare prima scendendo di un piano", continua, "adesso lo dobbiamo fare organizzando e coordinando mille aspetti, attraversando il traffico della città intera in ambulanza, con i bambini immunodepressi per raggiungere il SS.Trinità anche per fare una procedura semplice, un elettroencefalogramma. Ma il Santissima è lontano e non c’è nessuna specificità assistenziale pediatrica. È lontano fisicamente dal nostro reparto e da tutte le altre specialità pediatriche, lontano da tutto quello che serve a un paziente oncoematologico. Non è la stessa cosa gestire un paziente pediatrico: farmaci diversi in dosi specifiche, strumentazione idonea. Vuol dire che scorrono così le giornate, con il personale inchiodato a inventare soluzioni organizzative, ad attendere sacche per fare trasfusioni che devono fare percorsi lunghi e tortuosi. Ad oggi non c’è nessuna organizzazione per un’ urgenza anestesiologica. Ed è così se abbiamo bisogno della neurologia pediatrica, della cardiologia pediatrica. Se occorre fare un elettrocardiogramma alle due di notte parte il walzer burocratico di mail per interfacciare le strutture ospedaliere. Non si può pensare di sostituire la cornice organizzativa entro la quale si muove un reparto complesso come il nostro togliendo dei pezzi".
"Non è accettabile che proprio dalla nostra isola, con tutte le difficoltà supplementari che comporta viaggiare, le famiglie si vedano costrette a partire lontano per inseguire il diritto alla salute sancito dalla nostra Costituzione, che non deve essere un privilegio per pochi ma un diritto garantito per tutti. Tanto più che il nostro problema è di facile e immediata soluzione: chiediamo il ripristino della situazione antecedente alla riforma del 2020, chiediamo che il nostro reparto, dislocato nell’ospedale Microcitemico, accorpato attualmente ad una azienda sanitaria locale della città di Cagliari, ritorni a far parte della struttura ospedaliera G.Brotzu, un ospedale regionale, di rilievo nazionale, ad alta specializzazione e dotato di un dipartimento di emergenza DEA di II livello, poiché la complessità dei nostri percorsi terapeutici lo richiede".
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