CAGLIARI. "Dove sono finiti i 5 milioni per associazioni e cooperative del 118?". Sono sul piede di guerra i volontari che aspettavano, con l'approvazione della legge Omnibus due, le risorse "che la Regione ha sottratto al servizio di emergenza urgenza per altre esigenze del mondo sanitario". A denunciarlo è Pier Paolo Pintus, il presidente della Rete Anas Sanità 118 Sardegna.
La legge Omnibus 2 avrebbe dovuto prevedere uno stanziamento per chi opera nel servizio del 118, ma così non è stato. "A distanza di due anni non sono stati ancora riassegnati ad Areus, del tutto incolpevole in questa imbarazzante vicenda", dice la Rete Anas Sardegna, "Avevamo ottenuto ampie rassicurazioni sul fatto che la legge Omnibus avrebbe messo una pezza a questo scippo e invece l'emendamento a firma del Pd e Leu non è stato approvato per mancanza di fondi e rinviato alla manovra finanziaria 2022".
"Confidiamo sul fatto che prima o poi le associazioni e coop incaricate del servizio 118 riceveranno questi cinque milioni ma quel che non si coglie è che il 2020 è passato da un pezzo e i cinque milioni che non abbiamo ancora ricevuto noi comunque, in un modo o nell'altro, li abbiamo spesi e spesso abbiamo generato debiti per poter andare avanti - attacca Pintus - È terribile constatare la distanza tra noi, che da soli reggiamo l'ottanta per cento del servizio 118 della Sardegna, notte e giorno, e gran parte della politica sarda e della burocrazia, che sempre più spesso ci fa sentire più un peso che una risorsa. E approfitta della nostra generosità, sapendo che per formazione e missione non arriveremo mai a danneggiare i pazienti sardi fermando le ambulanze del trasporto in emergenza".
Da qui la richiesta di un confronto immediato con il nuovo assessore della Sanità "per capire se il sistema di base del 118, composta da migliaia di volontari ma anche da centinaia di posti di lavoro, è ancora considerato una risorsa strategica per la Sardegna o paragonato a una compagnia di giro priva del diritto di parola".