CAGLIARI. Duecentoventitré episodi di atti persecutori. Trentaquattro casi di violenza sessuale su donne. In diminuzione (ma sempre alti) i dati sui maltrattamenti in famiglia (247 quest'anno contro i 300 dell'anno scorso) e quelli sulle donne vittime di lesioni dolose, che da gennaio a settembre 2022 sono state 109 - il 20% in meno rispetto al 2021.
Questi alcuni dei numeri della provincia di Cagliari sul fenomeno criminale della violenza di genere nel 2022, forniti dalla Polizia di Stato. Si è registrato un andamento stabile nel numero dei cosiddetti "spia", con una tendenziale diminuzione di alcuni di essi.
Tra i femminicidi commessi, invece, sempre considerando il periodo gennaio-settembre, nel 2022 non ci sono state vittime (ad ottobre una vittima), mentre nel 2021 una sola vittima nello stesso periodo. Una vittima donna di tentato omicidio nel 2022, mentre nell’anno precedente 2 donne hanno subito questo reato.
Circa il 20% in meno anche le donne vittime di minacce, che sono state 210 nel 2022 e 260 nel 2021.
Riguardo l’attività di prevenzione e in particolare lo strumento dell’ammonimento del Questore, è rilevante il dato registrato nell’ultimo trimestre. Da settembre a novembre sono stati 7 i provvedimenti di ammonimento emessi, (6 per atti persecutori e uno per violenza domestica), mentre nello stesso periodo dello scorso anno sono stati emessi 4 provvedimenti per atti persecutori. Altre 6 istanze di ammonimento sono in fase di definizione e il provvedimento verrà emesso a breve. Un dato, questo, indice di maggior consapevolezza e diffusione della conoscenza di questo strumento, l’ammonimento del Questore, che consente una tutela rapida e anticipata rispetto al procedimento penale.
Per quanto riguarda il Protocollo Zeus, protocollo che la Questura di Cagliari (seconda in Italia dopo la questura di Milano) ha siglato con il C.I.P.M Sardegna nel 2020 e rinnovato lo scorso anno fino al 2024,
Nel corso del primo anno in cui il Protocollo è stato in vigore, il 63% dei soggetti ammoniti si è presentato ai colloqui con i professionisti del C.I.P.M, intraprendendo un percorso di recupero e solo una bassa percentuale di questi, appena l’8 % ha continuato a porre in essere condotte violente e persecutorie che hanno portato ad arresti in flagranza o all’applicazione di misure cautelari da parte dell’Autorità Giudiziaria, quali il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, gli arresti domiciliari o la custodia in carcere. Coloro che invece non hanno aderito al protocollo ZEUS nel 29 % dei casi hanno reiterato nella condotta persecutoria. Un bilancio positivo, dunque, considerando anche il fatto che l’adesione al percorso trattamentale è del tutto volontaria e sotto questo profilo decisiva è stata la capacità professionale espressa dagli operatori della Divisione Anticrimine della Questura che, in sede di notifica dell’Ammonimento del Questore, accompagnano il destinatario del provvedimento nel processo di recupero.
Intanto oggi, nella giornata contro la violenza sulle donne, l'Isola si mobilita con tantissimi appuntamenti.
#Aiutiamoledonneadifendersi è l’hashtag più volte espresso dal Prefetto Francesco Messina, Direttore Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, perché l’obiettivo è mettere in sicurezza le vittime agendo nel contempo sul maltrattante con strumenti che hanno dato prova di concreta efficacia. Molto è stato fatto, in questi anni, per arginare il fenomeno della violenza contro le donne, e ciò grazie agli strumenti normativi di cui la Polizia di Stato è in possesso e grazie all’elevata specializzazione, più che trentennale, maturata in questa materia.
Sono state perfezionate le procedure sia del “pronto intervento” che quelle investigative ma, soprattutto, si è agito sul piano della “prevenzione”, ove si gioca la partita contro il femminicidio, in primis con lo strumento dell’Ammonimento del Questore, che i dati testimoniano essere estremamente efficace perché evita che i comportamenti violenti si ripetano, bloccando il c.d. “ciclo della violenza”, ed evitando che esso possa sfociare, in casi estremi, nella fisica soppressione della donna.
“Le donne e gli uomini della Polizia di Stato sono quotidianamente impegnati a mettere in campo ogni risorsa necessaria per combattere la violenza contro le donne, analizzando il fenomeno sotto tutti i punti di vista, cercando di individuarne le cause per poter intervenire in tempo, prima che sia troppo tardi”. Queste le parole del Capo della Polizia, Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, Lamberto Giannini, che ha altresì sottolineato l’investimento continuo nella formazione di tutti gli operatori”, per consentire di “intercettare le condizioni di sofferenza delle donne e dei loro figli in modo da riuscire a mettere in campo tutti gli strumenti di intervento a disposizione”.
- Redazione
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