CAGLIARI. Si chiamano dibenzofurano policlorurato, policloro-dibenzo-p-diossine, policlorobifenili. Diossine, ma non solo: sostanze altamente nocive e tossiche che si liberano nell'aria che l'inceneritore del Tecnocasic di Macchiaredu non gestisce come dovrebbe. Tanto che il settore Ecologia della Città metropolitana: o rispettate norme e autorizzazioni oppure chiudete. E, se succedesse, la raccolta dei rifiuti a Cagliari e in tutto l'hinterland andrebbe in tilt.
La diffida è stata recapitata negli uffici del Tecnocasic nei giorni scorsi, a seguito di una relazione dell'Arpas datata 21 novembre. Durante "l'attività ispettiva straordinaria sono state riscontrate difformità gestionali rispetto alle pertinenti prescrizioni tecnico operative adottate in sede di rilascio dell'Aia (Autorizzazione integrata ambientale, ndr)". Stando ai rilievi il monitoraggio delle emissioni pericolose dei camini non avverrebbe nel rispetto di quanto previsto nelle carte che permettono il funzionamento del termovalorizzatore. Così viene imposto un "campionamento con frequenza da semestrale a mensile, per un anno, delle emissioni provenienti dalle linee di incenerimento A,B e C, con riferimento ai parametri" delle sostanze nocive come le diossine (Pcdd, Pcdf, Pcb).
Inoltre, nei lavori di revamping di due forni, dovrà essere prevista l'installazione di "autocampionatori automatici programmabili". Per l'altro, che non è oggetto di ristrutturazione (il C, che deve essere riavviato) il Tecnocasic ha sei mesi per mettersi in regola. Altrimenti si rischia la "revoca dell'autorizzazione posseduta e la chiusura dell'installazione".