CAGLIARI. Nel progetto della prima mano bionica impiantata in Italia c'è anche un pezzo di Sardegna. Una ricerca sperimentale studiata nei minimi dettagli, che ha coinvolto ricercatori e studenti di ingegneria dell'Università di Cagliari, e ha portato alla realizzazione della parte elettronica della protesi: "dall'interfaccia del canale di comunicazione tra il sistema nervoso e la mano, al piccolo dispositivo simile a un iPod che manda i segnali al sistema nervoso" - spiega Massimo Barbaro, docente di ingegneria elettrica ed elettronica che ha partecipato all'importante progetto. Almerina Mascarello, la donna scelta per il test sperimentale dell'impianto, aveva perso la sua mano sinistra 25 anni fa, dopo un incidente.
Ma con la mano hi-tech, impiantata nel giugno 2016 al Policlinico Gemelli di Roma, e grazie soprattutto all'Università di Cagliari, la donna è riuscita a riacquistare il tatto. Tutto merito di uno zainetto che "registra i movimenti dei muscoli e li traduce in segnali elettrici, e poi li trasforma in comandi per la mano". Per sei mesi, fino a dicembre del 2016, la donna ha potuto compiere tranquillamente qualunque banale azione quotidiana: era stata anche a Cagliari per raccontare agli studenti la sensazione che le ha dato indossare la protesi. E proprio allora, a novembre del 2016, aveva lanciato l'appello ai ricercatori dell'ateneo cagliaritano: "Fate presto a sviluppare la versione definitiva". E il team tutto sardo non ha deluso le aspettative.
Una vita nuova per Almerina, che porta in alto il nome dei ricercatori sardi in tutto il mondo e rende orgogliosi per l'importante lavoro sperimentale compiuto dall'Università di Cagliari.