CAGLIARI. La possibilità che succeda è remota, perché nell'area di potenziale caduta c'è mezzo mondo. Ma prevenire, o provarci, è meglio che curare. Così ieri, il direttore generale della Protezione Civile, Antonio Pasquale Belloi ed il suo team, in stretto raccordo con il Presidente della Regione Sardegna Christian Solinas e l’Assessore della Difesa dell’Ambiente Gianni Lampis, hanno partecipato alla riunione del Comitato Operativo Nazionale, convocato dal Capo Dipartimento Fabrizio Curcio per fare il punto sullo scenario relativo alle operazioni di rientro incontrollato in atmosfera del secondo stadio del lanciatore cinese PRC-CZ5B. La convocazione ha riguardato le Componenti e le Strutture operative del Servizio Nazionale della Protezione Civile e le Regioni interessate.
Il Comitato Operativo Nazionale è stato preceduto dal primo incontro del tavolo tecnico che sta monitorando la situazione, al quale hanno preso parte, oltre all’Asi (Agenzia Spaziale Italiana), un membro dell’ufficio del Consigliere militare della Presidenza del Consiglio, rappresentanti del Ministero dell’Interno – Dipartimento dei Vigili del Fuoco, della Difesa - Covi e degli Esteri, Enac, Enav, Ispra e la Commissione di Protezione civile della Conferenza delle Regioni.
"Premessa la bassa possibilità che uno o più frammenti del lanciatore possano colpire il nostro Paese, sulla base degli ultimi dati forniti dall’Agenzia Spaziale Italiana", si legge in una nota della Protezione civile, "al momento la previsione di rientro sulla Terra è fissata in un’ampia finestra di incertezza, collocata tra la sera del 30 e quella del 31 luglio. In questo arco temporale sono previste, sull’Italia, 3 differenti orbite che andranno ad interessare, per alcuni secondi, 5 porzioni di territorio delle regioni centro-meridionali e insulari".
Al momento, non è quindi ancora completamente possibile escludere, è la conclusione, "la seppur remota possibilità che uno o più frammenti del satellite possano cadere sul nostro Paese"