CAGLIARI. “Primo caso in Sardegna di vaiolo delle scimmie ma nessun allarmismo”. Il messaggio arriva dal direttore del laboratorio analisi del Policlinico, Ferdinando Coghe, dopo il riscontro della positività su un paziente cagliaritano di 39 anni ora ricoverato nel reparto di pneumologia del Santissima Trinità, dove è finito a causa del Covid.
“I contatti vengono individuati, assoggettati a un regime di attenzione e se asintomatici e non presentano lesioni, non si fa nulla”, ha spiegato Coghe, “non è fortunatamente come il coronavirus, è una patologia che viene trasmessa attraverso un contatto diretto, quindi, anche se si è nello stesso ambiente di chi ha il vaiolo, non si rischia nulla”.
Non c’è alcun sintomo particolare che deve indurre il paziente a sospettare di avere il vaiolo.
“A meno che non abbia avuto dei comportamenti a rischio o non sia venuto a contatto con animali in zone endemiche, sono i medici che dovrebbero sospettare in determinate situazioni cliniche come l’eruzione cutanea”, precisa Coghe. Quindi non c’è neanche una forma o dicitura sanitaria da adottare. “Semplicemente qualche raccomandazione”, dice il direttore del laboratorio dell’Aou, “far sapere come si trasmette la malattia e cosa fare. Normalmente i rapporti sessuali sono una delle vie di maggiore diffusione, ma anche il personale sanitario può venire a contatto con secrezioni”.