CAGLIARI. È bastato un rimprovero a far scatenare la loro furia. Lo hanno aspettato, al termine della sua serata di lavoro, e poi si sono scagliati contro di lui, uno in particolare con calci e pugni, fratturandogli tre costole. La vittima è lo chef del noto ristorante “Antica Cagliari” nel quartiere Marina, un sessantenne, che dopo il lavoro si era fermato con un amico a bere una birra in un locale della zona, in via Baylle.
Un'aggressione partita da un gruppo di stranieri, che poche ore prima avevano ricevuto i suoi rimproveri per aver lanciato alcune bottiglie vuote contro la facciata della chiesa di Sant’Agostino.
L’episodio di violenza ha fatto riesplodere il tema della sicurezza nel quartiere della movida cagliaritana e quello dell’immigrazione clandestina. A chiedere più presidi sul territorio è Alberto Melis, titolare del ristorante dove lavora lo chef vittima dell’aggressione: "Il problema non è legato alla pubblica sicurezza, ma alla ricezione degli immigrati clandestini - commenta - sono sempre di più quelli che arrivano sulle nostre coste e dopo il centro d'accoglienza di Monastir vengono lasciati liberi di girovagare per le strade di Cagliari".
"La delinquenza viene dall'estero", dice Melis, "Non abbiamo paura, ma bisogna incentivare anche il Comune con la polizia municipale: più che fare multe a destra e a sinistra si impegnino a fare presidi".
Nel frattempo Melis dovrà fare a meno ancora per un po' di tempo del suo chef, in malattia con un trauma toracico e le costole fratturate dopo la brutale aggressione.