ROMA. Alla fine le dimissioni sono arrivate. E stavolta definitive. Il premier Mario Draghi ha deciso di lasciare: è salito al Colle questa mattina e in meno di mezz’ora di colloquio ha comunicato al presidente della Repubblica le sue intenzioni. Mattarella ne ha preso atto, convocando i Presidenti delle Camere, Fico e Casellati, al Quirinale.
Dimissioni che creano un terremoto anche all’interno dei partiti. Lasciano Forza Italia i due ministri, Brunetta e Gelmini, furiosi per la scelta di non rinnovare la fiducia a Draghi.
Si va verso le elezioni anticipate, che si dovrebbero tenere per la prima volta in autunno, periodo complicato nell’agenda politica per la sessione di bilancio.
Intanto i parlamentari sardi si dividono su responsabilità e scenari futuri: il partito democratico pensa alle ripercussioni negative sulla Sardegna dell’addio di Draghi, mentre, a destra, Fratelli d’Italia esulta e vede già le urne.
"Il danno creato dalla caduta del governo Draghi lo accuseranno gli italiani, i più fragili e in particolare i sardi", attacca il deputato del Pd Andrea Frailis, "Chi l'ha determinato non ha ben compreso quali potessero essere le conseguenze. Non farà bene alla Sardegna non avere 55 punti del Pnrr come finanziamenti e non ci farà bene non portare in Aula l'insularità in Costituzione. La responsabilità è esclusivamente di Lega, M5S e Forza Italia".
Opposto il pensiero del deputato di Fratelli d'Italia Salvatore Deidda: "Si è finalmente messo fine a un teatrino che durava ormai da troppi mesi", commenta, "il Parlamento era bloccato da veti incrociati delle forze che componevano la maggioranza. È finito il tempo degli inciuci, ora l'auspicio è che si vada il prima possibile al voto, noi siamo pronti".
Soddisfatto per le elezioni anticipate anche Pino Cabras, ex pentastellato ora nel Gruppo Misto Alternativa, che usa dure parole contro l'ormai ex premier: "Il governo Draghi è stato uno strazio, ha peggiorato tutti gli indici economici e le condizioni dei cittadini".