CAGLIARI. Sono 14 i sindaci sardi per Mario Draghi. Gli altri 360 circa (contando i commissariamenti) non hanno firmato l'appello, sottoscritto in tutto da circa 1300 primi cittadini italiani, per chiedere al premier "di andare avanti e spiegare al Parlamento le buoni ragioni che impongono di proseguire l'azione di governo. Ora più che mai abbiamo bisogno di stabilità".
Tra i Comuni sottoscrittori della missiva, uno solo è capoluogo: Nuoro, con Andrea Soddu. Ma nella lista c'è anche Graziano Milia da Quartu, la terza città della Sardegna.
Nell'elenco, in rigoroso ordine alfabetico, anche Fabio Albieri (Calangianus), Pietro Morittu (Carbonia), Carlo Sotgiu (Ploaghe), Francesco Lai (Loiri Porto San Paolo), Massimo Mulas (Porto Torres), Pietro Carini (Santa Maria Coghinas), Giambattista Ledda (Sennariolo), Mario Tendas (Solarussa), Giovanni Antonio Addis (Tempio), Gianfranco Soletta (Thiesi), Antonio Brundu (Usini) e Federico Sollai (Villacidro).
"Questa rappresentazione sui mezzi di comunicazione di una mobilitazione dei Sindaci evidenzia il fallimento della macchina della propaganda sinistra", accusa il deputato di Fratelli d'Italia Salvatore Deidda, che rivolgendosi ai sottoscrittori chiede "se hanno ottenuto risposte dal Governo Draghi e quali? A Carbonia? A Tempio? A Quartu? Hanno così paura di far votare i propri cittadini?".
Non compare nell'elenco nemmeno Paolo Truzzu, compagno di partito di Deidda - quindi di Giorgia Meloni, unico leader a chiedere a gran voce le elezioni - che nei giorni scorsi ha spiegato le ragioni della sua decisione: "L’iniziativa, avviata secondo un’egida istituzionale, ma che è stata proposta esclusivamente ai Sindaci che fanno parte dei partiti che sostengono il governo, sottende chiaramente al contrario una precisa volontà politica di parte", spiega Truzzu, "È giunta l’ora che anche a livello nazionale l’Italia possa finalmente confidare in un governo reso forte e autorevole dallo stesso consenso popolare".
Non ha firmato, ma per altre ragioni, il sindaco indipendentista di Scano di Montiferro, Antonio Flore: "Non comprendo in che misura un uomo d'istituzione sardo possa chiedere a Draghi di rimanere. Mi sforzo, ma non lo capisco. L'unico appello che sottoscriverei", aggiunge, "è quello per gettare la basi di una Sardegna diversa, libera e sovrana. Io ci credo".