CAGLIARI. "La giunta regionale e la cultura, due strade separate alla nascita". Inizia così un lungo e caustico post del consigliere regionale dei Progressisti, Massimo Zedda, che entra a piedi uniti nella polemica scoppiata tra l'assessore regionale al Turismo, Gianni Chessa (che con Zedda è stato assessore comunale ai Lavori pubblici a Cagliari) e il jazzista Paolo Fresu.
L'intervista a Gianni Chessa
Tema, i fondi alle manifestazioni culturali. Pensieri di Chessa: "Io alla cultura complessivamente sto dando ben 4,6 milioni di euro, e per me la cultura è quella identitaria, delle tradizioni, le launeddas, la chitarra e i canti a tenore. Non jazz e tromba" (qui la notizia).
Secondo l'ex sindaco di Cagliari, questa modalità di pensiero avrebbe delle implicazioni complesse.
Ecco il suo intervento.
La giunta regionale e la cultura, due strade separate alla nascita.
La frase usata dal governo regionale contro Paolo Fresu è emblematica: la cultura sarda è launeddas e canto a tenore e non jazz e tromba.
Seguiamo per un attimo questa involuzione culturale per preservare i nostri riti apotropaici. Dovremmo iniziare a rinunciare ad alcune cose di poco conto.
Infatti. Come possiamo permettere che in Sardegna circolino registi e produzioni cinematografiche?
Non sono forse il frutto del pensiero straniero di Louis Aimé Augustin Le Prince e dei Fratelli Lumiere?
Basta con il cinema.
E la letteratura? Invenzione tedesca dovuta a quell’impiccione di Johannes Gutenberg che iniziò a stampare libri in continuazione? Torniamo al racconto orale, ritorniamo agli antichi splendori di un tempo.
Per non parlare della medicina. Non è forse d’importazione anche la penicillina?
Diabolica scoperta di Alexander Fleming.
Curiamoci con l’acqua di mare.
Proseguendo con il disastro creato da secoli sul cibo.
Estirpare i fichi d’India mi sembrerebbe il minimo.
Basta con questa assurdità dei culurgionis, eliminiamoli perché le patate provengono dal Sud America.
E finiamola anche con i malloreddus e i ravioli conditi con il sugo. Anche i pomodori arrivano da noi dopo i viaggi di quel girovago di Colombo.
Seguendo queste follie, la Jamaica avrebbe dovuto mandare in esilio Bob Marley, gli Stati Uniti avrebbero dovuto condannare Jimy Hendrix, colpevoli dell’uso e dell’abuso della chitarra elettrica. Avremmo rinunciato a Hey Joe e qualche altra canzoncina.
Negli Stati Uniti avrebbero dovuto vietare il Jazz che trae origine dagli schiavi neri provenienti dall’Africa.
Adoro le launeddas e i canti a tenore, apprezzo meno l’ignoranza che, sembrerebbe, se non nata in Sardegna, aver, comunque, attecchito in profondità.
In ogni caso, non siamo i primi, sarebbe emersa in tante parti del pianeta, in epoche diverse e con intensità variabile a seconda dei momenti storici. Questo, purtroppo, non ci consentirà di ottenere, per quanto la giunta si impegni ogni giorno, il titolo di Patria dell’ignoranza.
Un grazie sincero a Paolo Fresu, alle tante artiste, tanti artisti e alle variegate professionalità culturali che ogni giorno animano la nostra splendida Isola, con trombe, launeddas, canti a tenore, teatro, danze, arti figurative e tanto altro.
Apprezzandosi gli uni con gli altri e senza steccati costruiti sull’ignoranza.
- Redazione
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