CAGLIARI. Hanno scelto il silenzio. Manuel Arru, Matteo Sciarrone, Michele Urgu, Mattia e Stefano Secci sono i cinque Sconvolts finiti in carcere nell'ambito dell'inchiesta "Frari" condotta dalla Digos, sotto il coordinamento della Direzione distrettuale antiterrorismo di Cagliari.
Operazione che lunedì mattina ha portato all'esecuzione di trentatré misure cautelari nei confronti di appartenenti al gruppo degli ultrà del Cagliari, accusati a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati contro l'ordine pubblico, la persona e il patrimonio, ma anche di spaccio di stupefacenti.
Tra i capi d'accusa anche il tentato omicidio: l'episodio, che risale all'agosto del 2019, è legato al lancio di un masso sul bus che viaggiava sulla 131, all'altezza di Sardara, con i tifosi del Brescia a bordo.
Le misure più pesanti sono state adottate nei confronti dei cinque, rinchiusi in carcere a Uta: oggi, durante l'interrogatorio di garanzia davanti al Gip Roberto Cau, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.
Domani dovrebbero essere sentiti gli altri ultrà finiti ai domiciliari e nei giorni successivi gli altri sottoposti all'obbligo di firma.