CAGLIARI. "Aderisce al gruppo Sconvolts" ed è "ben consapevole di un'articolazione criminale interna che raggruppa i soggetti più violenti". Ed è "trait d'union tra la società sportiva e il sodalizio". Espressioni riferite ad Andrea Cossu nelle 159 pagine dell'ordinanza di applicazione di misure cautelari che questa mattina ha colpito il nucleo più duro del gruppo degli Sconvolts, gli ultrà del Cagliari: 18 arresti e 33 misure cautelari in tutto (qui la notizia)
Ci sono intercettazioni che riguardano l'ex capitano rossoblù, ora dirigente del club. La sua auto viene identificata tra quelle parcheggiate vicino al luogo di una riunione nella quale si pianificava uno dei consueti assalti ad appartenenti a tifoserie avversarie.
A questo proposito, tanti gli episodi osservati dagli inquirenti (coi quali Cossu non c'entra niente), che vanno dalla rissa organizzata con i bresciani, all'assalto al B&b che ospitava i napoletani a Capoterra, a quello nell'affittacamere di via Mameli, ai pedinamenti dei romanisti e degli ultrà del Leeds: la città era monitorata da vedette degli Sconvolts, dall'aeroporto al centro. Per scontri organizzati e no (i bresciani e i laziali non hanno mai rivelato come avessero riportato le ferite, ma ci sono i video).
Ma qual è stato il ruolo di Cossu in questi anni? A leggere l'ordinanza sembra essere più che altro il diplomatico (più o meno) che mette pace tra la frangia più estrema della tifoseria della curva Nord e i giocatori. Conosce entrambi gli ambienti. E di recente aveva anche incontrato i leader della vecchia guardia ultrà, che si erano lamentati anche con lui della deriva violenta dei nuovi capi emergenti.
Cossu agevola gli incontri tra rappresentanti del club e tifosi infuriati. Lo aveva fatto anche in occasione del diverbio tra Cigarini e Pavoletti, che aveva portato all'infortunio di quest'ultimo, fuori da un locale di Cagliari. I tifosi non accettano che gli uomini scendano in campo dopo aver trascorso serate a fare baldoria. E stava per partire una spedizione punitiva. Cossu, informato, aveva agevolato l'incontro chiarificatore. E non era successo niente. Tanto che aveva potuto tranquillizzare anche l'allenatore Rolando Maran (quindi anche la società era a conoscenza dei suoi contatti e del suo intervento).
All'ex rossoblù viene anche contestato di aver procurato al gruppo le magliette dei giocatori che hanno un importante mercato e la cui vendita ha permesso di raccogliere fondi. Un comportamento definito "discutibile" dal Gip Roberto Cau, ma generato "da situazioni contingenti", mutate dopo la retrocessione e lo stravolgimento di organico. Quindi il rischio di "reiterazione" non c'è. Tanto che nei confronti di Cossu non è stata adottata alcuna misura.