CAGLIARI. I detenuti sardi futuri installatori di fibra ottica. Almeno queste sono le prospettive. Il Progetto nasce in Puglia, dove precisamente a Lecce, tre anni fa, l’attuale amministratore delegato di Tiscali Davide Rota, ricopriva lo stesso ruolo ma per Linkem.
In quel periodo si era riscontrato un problema per tanti operatori di telecomunicazioni: cosa si poteva fare con i router che venivano resi dai clienti? Si potevano rigenerare. Ma per farlo serviva la forza lavoro. Da lì è partita l’idea di far nascere un laboratorio per riportarli in vita grazie all’aiuto dei detenuti pugliesi.
“Il progetto è andato talmente bene che ne abbiamo aperto anche un secondo Rebibbia”, spiega Rota. Ed è proprio lì che i due ministri Marta Cartabia, alla Giustizia e Vittorio Colao, per l’Innovazione tecnologica, sono andati a visitare il carcere per capire come fosse strutturato il progetto.
“È piaciuto talmente tanto che hanno coinvolto anche tutti gli altri operatori delle telecomunicazioni”, precisa l’attuale amministratore delegato di Tiscali, “nel frattempo abbiamo aperto il primo laboratorio anche a Cagliari dato che Tiscali e Linkem si sono fuse”. L’inaugurazione si è tenuta proprio ieri, con la ministra Cartabia presente.
“Contestualmente è stato firmato un protocollo d’intesa con gli altri operatori coinvolti dopo la visita dei ministri a Rebibbia”. Al momento i lavoratori detenuti sardi sono 35, quelli che fanno parte del progetto di Tiscali, gli altri devono ancora partire.
“L’ambizione”, precisa Rota, “è quella di avere entro la fine dell’anno un centinaio di detenuti assunti, per avere una prospettiva più ampia basta pensare che negli ultimi 30 anni i detenuti assunti sono stati 1600”. Poi sono ancora da quantificare quelli che, una volta usciti dal carcere, saranno installatori di fibra ottica.