OLZAI. A Olzai non si può nemmeno morire. E se succede, nessuno lo certifica, con tutte le conseguenze - non poco rilevanti - del caso. L'assurda situazione vissuta dagli abitanti del paese barbaricino è descritta dalla sindaca Maddalena Agus in una lettera inviata alla Prefettura di Nuoro. Perché l'assenza di un medico di base per la comunità di meno di 800 anime (e corpi da curare o assistere), che si protrae ormai da gennaio 2021, è diventata una questione di ordine pubblico.

Alcuni residenti, scrive la prima cittadina, sono stati presi in carico dal medico del paese vicino, Gavoi. Ma solo perché si tratta "di medici vecchio stampo", scrive la Agus, "quindi perfettamente consapevoli del dramma vissuto dalle gente olzaese e si sono fatti carico, con spirito di abnegazione, di pazienti in condizioni critiche".
Ma in paese non solo non conviene ammalarsi, perché la guardia medica è attiva solo per un'oretta, dopo le 20, e al massimo garantisce le ricette. Non si può nemmeno morire dopo le 8 del mattino. Quando capita la salma (e i familiari) resta in attesa di un medico dell'igiene pubblica, che ha 30 ore per intervenire.
"Qualche giorno fa", scrive la sindaca al prefetto, "un residente in precarie condizioni è morto, da solo, alle 14. Il 118 si è dichiarato incompetente in materia, i carabinieri anche. La situazione si è sbloccata solo alle 19, e solo grazie all'intervento di un medico intervenuto a titolo di cortesia personale, arrivato da un paese vicino. Siamo al paradosso, la soluzione non può essere procrastinata".
Il prefetto Luca Rotondi ha risposto: della questione è stato interessato l'assessorato alla Sanità. La sindaca, che fa tutto il possibile con i mezzi a disposizione, commenta: vedremo.