CAGLIARI. Estate, in Sardegna, significa incendi. E il suo avvicinarsi si porta dietro annunci di campagne per contrastare il fuoco e le voci, sconsolate, di chi lo ha affrontato e subito, e dice che passano gli anni ma non cambia niente.
Il primo ruolo è in capo alla Regione. Il presidente della Regione Christian Solinas annuncia che la macchina regionale è pronta per affrontare la stagione 2022 con l’obiettivo di difendere il territorio e il patrimonio ambientale”.
La Sardegna mette in campo oltre 9.350 unità, tra Corpo forestale, Forestas, Protezione civile, Vigili del fuoco, volontari e barracelli. Nel dettaglio il personale messo a disposizione dal Corpo forestale è di 1.047 operatori; 1.500 (1.089 addetti e 411 vedette) sono dell’agenzia regionale Forestas; la Protezione civile regionale oltre 50 operatori, insieme a 2.600 volontari delle associazioni. Mentre 3.360 (1.960 operatori e 1.400 ausiliari) sono le unità delle Compagnie barracellari; 800 i vigili del fuoco. I mezzi terrestri sono del Corpo forestale (225); di Forestas (224); del volontariato di protezione civile (305); delle Compagnie barracellari (240); dei Vigili del fuoco (100). Inoltre, sono a disposizione 11 elicotteri leggeri da 900 litri, un Super Puma da 4.000 litri della flotta aerea regionale; tre Canadair da 6.000 litri, schierati a Olbia, un elicottero dei Vigili del Fuoco, uno dell’Esercito e uno dell’Aeronautica militare della flotta area statale.
L'assessore regionale all'Ambiente, Gianni Lampis, fa sapere che oltre alle campagne informative per la prevenzione si punta anche alla repressione, con un inasprimento delle sanzioni per chi non rispetta le prescrizioni antincendio. La multa può variare da 5.000 a 50.000 euro per le trasgressioni ai divieti”.
Basterà tutto questo? Non non è convinto Antonio Flore, sindaco di Scano di Montiferro. L'anno scorso il suo paese è stato devastato dal fuoco. Ricorda anche l'incendio del 1994, “che ci fece temere di morire bruciati”, racconta. Allora si disse “mai più”. Nel 2004 i presunti responsabili sono stati tutti assolti. Scrive il sindaco: “Ogni volta le istituzioni ci hanno garantito che non sarebbe accaduto più per poi essere smentite miseramente subito dopo. Rabbia, frustrazione e senso di impotenza.
A distanza di un anno dal rogo del 2021 siamo nella stessa situazione di sempre. La stessa dell'agosto del 1994. La stessa di sempre.
Un'altra estate arriva e le comunità rurali sarde sono lasciate sole al loro destino.
Non un centesimo è arrivato per ristorare i nostri allevatori, le multinazionali continueranno a gestire il servizio aereo antincendio, le terre incolte continueranno a restare tali, nonostante i ripetuti inviti del sottoscritto ad attivare la banca della terra, per darle in gestione e tenerle pulite”.