CAGLIARI. Il Cagliari Calcio deve demolire le opere ancora esistenti nello stadio di Is Arenas. E per decidere su eventuali danni, da pagare da una parte o dall'altra, è competente il giudice ordinario. A deciderlo il Tar Sardegna, al quale la società ora di Tommaso Giulini si era rivolta, tra l’altro, per chiedere i danni al Comune di Quartu per “grave inadempimento” della convenzione firmata tra le due parti nel maggio 2012. Allora il presidente era Massimo Cellino e tutti sanno come andò a finire: patron in cella, sindaco di Quartu Mauro Contini pure, insieme a dirigenti del Comune di Quartu.
Il servizio dallo stadio Is Arenas
In base a quell’accordo via Eligio Porcu concedeva al Cagliari la gestione dello stadio di Is Arenas per le partite interne dei rossoblù, dal momento che il Sant’Elia non era più utilizzabile a quello scopo. Il Cagliari, stabiliva la convenzione, avrebbe provveduto a realizzare a proprie spese le opere di adeguamento necessarie.
Dopo un lungo contenzioso tra le parti, nel maggio del 2015 – allo scadere della convenzione - l’ufficio Suap di Quartu dichiara che la convenzione è decaduta perché la società non ha rispettato gli accordi e intima al Cagliari di rimuovere le opere presenti nello stadio. Ma la società rossoblù non ci sta e fa causa al Comune, chiedendo al Tar di annullare l’ordinanza di demolizione e di riconoscere il risarcimento danni in proprio favore.
Il comune di Quartu, dal canto suo, obietta che la competenza non è del giudice amministrativo, ottenendo ragione dal Tar: la convenzione – spiegano i giudici – non ha per oggetto soltanto la concessione in uso dell’impianto, ma anche la realizzazione di “tutta una serie rilevantissima di opere pubbliche” espressamente indicate nella convenzione per un totale di 1 milione e 245 mila euro (125 mila per canoni di concessione per tre anni e 1 milione e 120 mila per opere pubbliche a carico del Cagliari).
Si tratta dunque di un contratto misto, sul quale la decisione – in base al principio di prevalenza – spetta al giudice ordinario, competente in materia di opere pubbliche: sono queste ultime infatti a pesare economicamente di più sulla convenzione. L’unico dato certo, concludono i giudici, è che la convenzione debba intendersi certamente risolta, ragion per cui il Cagliari deve rimuovere le opere ancora esistenti nello stadio di Is Arenas, anche perché nel frattempo i tre anni previsti dall’accordo sono comunque scaduti.