CAGLIARI. Si registra un "ridimensionamento dei volumi di attività ordinaria sia nel Nord Sardegna (Aou di Sassari) che nell'area del Sud Sardegna (Asl di Cagliari-Santissima Trinità), Inoltre sono emerse "criticità nella gestione logistico-organizzativa" dei pazienti che, arrivati in ospedale per altre ragioni, risultano positivi al tampone anche se del tutto asintomatici. E per loro il ricovero nei reparto Covid delle strutture attrezzate per la cura del virus appare "nondimeno inappropriato". Intanto i pronto soccorso, quelli aperti, sono in crisi un giorno sì e l'altro pure.
Lo fa con una linguaggio analitico, l'assessore regionale alla Sanità Mario Nieddu, ma lo dice: il sistema della gestione del Covid in Sardegna, così come è strutturato, non funziona più bene: porta nei reparti dedicati al Covid pazienti che non ci dovrebbero stare e manda in tilt le strutture di emergenza urgenza. Tanto che la Regione, con una delibera del 7 aprile diventata da poco consultabile, ha deciso di rimodulare la rete ospedaliera. Tra le maggiori novità, l'ufficializzazione della decisione - già realtà nei fatti - di eliminare i Covid hospital: i positivi potranno essere seguiti in tutti gli ospedali, che dovranno avere dei reparti o delle stanze di degenza dedicati a loro.
Questo perché, si legge nel provvedimento della giunta, è necessario "garantire adeguati livelli assistenziali assicurando la continuità delle cure attraverso uno sviluppo equilibrato e graduale delle fasi di rimodulazione dei posti letto Covid che possa garantire il contestuale funzionamento della rete di emergenza-urgenza". Che è rimasta schiacciata sotto una pressione enorme.

Dalle tabelle dei nuovi posti letto emerge che quelli disponibili saranno in realtà meno di quelli dichiarati finora. Quindi i tassi di occupazione, ai fini dei calcoli ministeriali, saranno molto superiori: sono previsti 729 posti in area medica (330 occupati, poco meno del 50%) e 60 in terapia intensiva (21 occupati, oltre il 30%).